Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti, ha ribadito con forza l’importanza della cooperazione tra Italia e Cina nel settore automobilistico, sottolineando come i due Paesi abbiano davanti a sé ampie possibilità di collaborazione non solo nell’automotive, ma anche nelle smart road e più in generale nelle infrastrutture di trasporto.
Le sue dichiarazioni, rilasciate in un’intervista all’agenzia di stampa statale Xinhua durante una visita ufficiale in Cina, arrivano in un momento particolarmente delicato per i rapporti tra Pechino e Bruxelles.
Pur avendo sostenuto la decisione della Commissione europea di introdurre dazi sulle vetture elettriche cinesi, l’Italia continua a mantenere un atteggiamento aperto nei confronti di Pechino, elogiando costantemente il ruolo delle aziende cinesi e i benefici dei loro investimenti in Europa. Una linea che mira a equilibrare le esigenze del mercato interno con la necessità di preservare legami strategici con uno dei maggiori protagonisti globali della mobilità elettrica.

Salvini ha evidenziato il divario tecnologico che separa ancora l’Europa dalla Cina in diversi campi dell’innovazione, portando come esempio l’alta velocità ferroviaria: mentre in Italia si punta a consolidare i 300 km/h, la Cina lavora già a treni capaci di raggiungere i 400, 450 e persino 500 km/h, investendo parallelamente in intelligenza artificiale, guida autonoma e sistemi digitali avanzati.
Per il ministro, queste competenze rappresentano un terreno fertile di collaborazione da cui il nostro Paese può trarre vantaggi concreti. Il governo guidato da Giorgia Meloni, nonostante l’annuncio dell’uscita dell’Italia dalla Belt and Road Initiative di Xi Jinping, ha mantenuto un canale privilegiato con Pechino. La visita ufficiale della premier nello scorso luglio ha consolidato i rapporti bilaterali e confermato l’intenzione di Roma di restare un partner affidabile per la Cina, soprattutto in ambiti tecnologici e infrastrutturali.

Sul fronte geopolitico, come è noto, i rapporti tra Cina e Unione Europea restano tesi: Bruxelles ha giustificato i dazi sulle auto elettriche come una misura necessaria a evitare un’invasione di veicoli a basso costo, mentre Pechino ha risposto con controdazi sui prodotti agroalimentari europei, colpendo carne suina, brandy e aprendo un’indagine sul settore lattiero-caseario.