Poche Case auto cinesi potranno sopravvivere: perché saranno dolori per l’Europa

Ha poco da ridere chi festeggia perché poche Case auto cinesi potranno sopravvivere: i giganti saranno mostri automotive in grado di dominare ancora di più.
Poche Case auto cinesi potranno sopravvivere Poche Case auto cinesi potranno sopravvivere

Con malcelata soddisfazione, vari osservatori europei sinistroidi festeggiano online perché poche Case auto cinesi potranno sopravvivere: sarebbe un bel vantaggio per l’UE. Vediamo anzitutto se la previsione è vera, e poi se davvero quelle testate hanno ragione di ridere in materia di futuro industriale automotive.

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Case auto cinesi: cosa accadrà

Oggi abbiamo 129 marchi cinesi che si fanno la guerra dei prezzi in Cina e nel mondo con auto BEV elettriche e soprattutto con PHEV ibride plug-in a benzina

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Ne resteranno forse 50, secondo EVBoosters. Di cui BYD, Sangan, SAIC, GAC Motors, Geely (inclusi Zeekr e Lynk & Co), NIO, Xpeng, Zeekr, Li Auto, Leapmotor, Aito, Avatr, IM Motors, Xiaomi, Denza (parte di BYD), Hozon Auto (Neta), SERES, Chery New Energy e JAC Motors. Grazie a dimensioni, capitale e vantaggio innovativo per competere a livello globale. Cui aggiungere il produttore di batterie CATL, sempre più leader planetario. Per Stella Li – vicepresidente di BYD (re dei giganti) – si scenderà a 30 circa.

E i marchi auto occidentali? La previsione di Volvo

Håkan Samuelsson, CEO di Volvo, ha di recente dichiarato: “Alcuni produttori occidentali non sopravviveranno alla trasformazione”. La sua stime per i prossimi 10 anni:

  • Auto elettriche e più economiche
  • Tre marchi cinesi molto forti domineranno accanto a player tradizionali come Ford, GM, Toyota e VW
  • Per gli altri, una fettina di torta. Forse
marchi auto cinesi

Si festeggia

Innanzi alle previsioni, anche dopo le parole del capo della svedese Volvo (di proprietà della cinese Geely), molti osservatori in UE festeggiano ritenendo che tutto questo giovi all’industria automotive europea. Abbiamo qualche dubbio. In via preliminare, non è dato sapere Volvo cosa dica di sé: prima ha puntato sul tutto elettrico, poi ha fatto retromarcia, adesso ecco le sue stime. Ma non è la Casa scandinava (in difficoltà) il punto. La questione è un’altra. Occhio ai colossi che potranno sopravvivere.

  1. Come unici capaci di resistere alla selezione darwiniana, saranno immensi, con economie di scala moltiplicate per 100. Faranno tutto da sé, come BYD.
  2. Potranno disporre di giganteschi budget per la tecnologia sia dei powertrain elettrici sia degli aiuti alla guida semiautonoma.
  3. Disporranno di risorse spaventose per l’espansione globale: spedizioni con le navi cargo e produzioni in loco, specie nel Paradiso automotive Ungheria.

Il muro medievale europeo

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Stando dentro la metafora legata a Darwin, oggi ci sono animali automotive di stazza piccola, media e grande con una differenti capacità di uscire vivo in un combattimento nella giungla. Domani, i sopravvissuti saranno di proporzioni inimmaginabili, con la capacità di ingurgitare il mercato. Gli stessi che col Green Deal auto elettrica 2019 prevedevano la vittoria delle BEV UE, adesso stimano come l’Europa possa beneficiare della selezione naturale anti Cina: fossimo in loro, cambieremmo modello previsionale matematico. 

Adesso l’UE pone i dazi come barriera ai grandi Gruppi: muro che i cinesi scavalcano in scioltezza e bello stile innanzi allo stupore della burocrazia di Bruxelles. Domani quegli ostacoli dovranno essere straordinariamente alti e resistenti: chissà, magari qualche tecnocrate pensa a extra dazi del 900% su BEV e PHEV cinesi. Povera Europa dell’auto: dal futuro verde alla paura blu.