Frangivento GT65, tutti i dettagli: esterni, interni, tecnologia, prezzi, uscita

M Magarini
Frangivento GT65

Per avere un posto in prima fila nel settore dei motori è quantomai necessario saper rompere con la tradizione. Sulla base di tale consapevolezza, la Frangivento ha proposto esemplari davvero particolari nel corso della sua pur breve vita e così fa ancora con la GT65.

In apparenza, il comparto dei veicoli di lusso non necessitava di ulteriori ingressi. Pensiamo solo alle rappresentati della Motor Valley Italia, alla Bugatti, alla McLaren o alla Rimac. Menzionarle tutte richiederebbe un articolo a parte, anzi un libro. I numeri di mercato indicano che il lusso vive un periodo di particolare splendore. La capacità di stuzzicare la fantasia del pubblico di riferimento si traduce in un veicolo di eccezionali qualità costruttive, pensate espressamente per compiacere le persone più ricche del Pianeta.

Chi vi lavora è accomunato da un fattore: la passione, il carburante di qualsiasi produzione. Solo così si riesce ad avere idee moderne, persino innovative, e a curare con cura certosina ogni singolo dettaglio. Come uno scultore intento a realizzare la propria scultura, gli addetti ai lavori impegnati nelle supercar o hypercar curano ogni singolo particolare.

Frangivento GT65: la supercar italiana con soli tre esemplari

Frangivento GT65

La capacità italiana in questo non conosce eguali. Ferrari, Lamborghini e Maserati costituiscono le punte dell’iceberg di un mondo fatato, dove i sogni diventano realtà. La parola sogno si sposa bene alla Frangivento GT65, dotata di caratteristiche uniche. Il nome suonerà forse poco familiare ad alcuni, tuttavia pure loro riusciranno a individuarne le peculiarità. Andare veloci non è qui un di più, bensì il credo assoluto di una squadra formata da professionisti, consapevoli della strada da percorrere affinché le parole spese dal management non siano fini a loro stesse.

Un altro credo della compagine è di perseverare, anche quando il “vento” ti sembra girare contro. La grandezza costituisce una missione da raggiungere a qualunque costo. Ne va della reputazione della compagnia e della stessa clientela, che ha subito premiato le produzioni del Costruttore. Naturalmente, la strada da seguire non poteva essere la stessa delle concorrenti. In caso contrario ci si sarebbe messi fuori gioco da soli. Di conseguenza, fin dalla fondazione, risalente al 2016, la Frangivento Automobili ha desiderato ragionare… controcorrente.

All’epoca si presentò dinanzi ai visitatori del Salone dell’Auto di Torino Parco Valentino. Nella suggestiva cornice venne tirato su il velo alla sportiva Asfané. Asfa…che? Asfané. Per coloro che non abitano in Piemonte sembrerà una parola inventata e, invece, richiama l’espressione dialettale, traducibile con “non si può fare”. La risposta irriverente (e per questo adorabile) dei fondatori alle aziende che hanno sbattuto loro le porte in faccia. Della strenua resistenza che non hanno avuto la benché minima ripercussione sulle velleità dei responsabili, certi di avere tra le mani un diamante grezzo. E, infatti, la Asfané svelata al Parco Valentino suscitò un’irrefrenabile curiosità nei presenti.

Avere alle spalle una potenza dell’automotive avrebbe, senza se e senza ma, semplificato la vita e di parecchio nelle operazioni di sviluppo. D’altro canto, ciò avrebbe significato correre il rischio di privarsi di un ulteriore principio cardine del brand: la libertà di pensiero e di espressione. E, così facendo, forse un’auto come la Frangivento GT65 mai avrebbe visto la luce (il che sarebbe stato un vero peccato). Il prezzo da pagare sono state le tempistiche, necessariamente allungate. Far quadrare i conti, rimanendo sempre dentro le effettive disponibilità economiche, avrebbe comportato un processo di sviluppo più lento e graduale.

A mettersi di traverso ci si è messa peraltro l’emergenza sanitaria da Coronavirus. Non la circostanza ideale per portare avanti l’attività imprenditoriale. La dedizione dimostrata dal designer Giorgio Pirolo e dal tecnico Paolo Mancini è stata, perciò, ancora più encomiabile. E torniamo al concetto della passione, ciò che tutto muove. In assenza la luce avrebbe finito per spegnersi e, invece, le parti hanno tirato dritto. Perché era troppo forte l’amore nei confronti delle quattro ruote. Gettare la spugna non era un’ipotesi contemplata, restava da individuare una via da percorrere.

Siccome era forte soprattutto la domanda di bolidi “cuciti su misura”, le energie sono state canalizzate lì. Ne è conseguita la Sorpasso, supercar del 2021, che ha ripreso dei concetti promossi con la Asfané. Nella fattispecie, la compagine si è occupata di perfezionare il coefficiente di resistenza aerodinamica e le prestazioni. L’eccezionale meccanica affondava le radici nel collaudato lavoro del gruppo Audi, rappresentato da un dieci cilindri aspirato da 5.2 litri, con una trasmissione a doppia frizione a sette marce e la trazione integrale.

L’idea ha stuzzicato le fantasie del pubblico di riferimento, manifesto di un sapere artigianale che anche all’estero vanta straordinari consensi, specialmente nei Paesi economicamente in migliore salute. Guarda caso, le domande sono piovute principalmente dagli sceicchi arabi, il cui debole nei confronti del Made in Italy è risaputo.

Lo step successivo dell’iter evolutivo è la Frangivento GT65, l’apoteosi del know-how maturato all’interno del polo di Moncalieri, in provincia di Torino. Si tratta di una sportiva dalle straordinarie credenziali, che in pochi avranno l’onore e il privilegio di aggiungere nel rispettivo garage. La tiratura è, infatti, estremamente limitata, a conferma dell’unicità di un bolide elettrizzante. La presentazione ha avuto luogo lungo il circuito di Imola, presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, dove si è tenuta pure una dimostrazione delle capacità dell’auto, con Loris Capirossi in veste di test driver.

In totale, sono tre gli esemplari della Frangivento GT65, figlia della Sorpasso stradale che può fregiarsi della collaborazione di un campione del motociclismo. La creazione porta, infatti, la firma del centauro Loris Capirossi, rimasto nei cuori di qualsiasi appassionato delle due ruote e, in particolare, della MotoGP. La tiratura ha pure qui una ragione precisa, avendo il pilota conquistato complessivamente tre titoli iridati, nel 1990, 1991 e 1998.

L’opinione di Capirossi stesso ha ispirato la definizione sia dell’estetica sia della funzionalità. Nel complesso, è servito un triennio. Anziché bruciarsi le cartucce, gli operatori hanno preferito darsi modo di costruire qualcosa di eccezionale, sotto ogni punto di vista. In confronto alla Sorpasso le linee cambiano, estremamente all’avanguardia e con valori aerodinamici a dir poco convincenti. Alla pari delle concorrenti, il personale si è avvalso di materiali ad hoc, compreso il carbonio, dalla rinomata leggerezza. Il campione della MotoGP ha tratto spunto dal suo background professionale nel suggerire alcuni dettagli.

Frangivento GT65

L’identità stilistica conferita richiama quella delle antenate, a cominciare dalla Asfané, fino alla Sorpasso. Alla pari di quest’ultima, che era stata pensata per misurarsi nel campionato GT3, certi aspetti giungono proprio da lì. Davanti, lo spazio tra il veicolo e il suolo viene ridotto dal voluminoso splitter. I cerchi da 20 pollici sono stati appositamente sviluppati in galleria del vento per esaltare l’aerodinamica. La pinna centrale parte dal tetto e arriva al doppio alettone posteriore in carbonio. L’abitacolo è altrettanto curato, dai materiali alla grafica della strumentazione e al tasto di accensione sul volante con la scritta GAS GAS, sempre in omaggio a Capirossi.

Il motore, aspirato come nella Sorpasso, sviluppa complessivamente 650 CV (in riferimento all’iconico numero 65 del campione di MotoGP), per raggiungere i 100 km/h da fermo in 3 secondi esatti, i 200 in 9,8 e spingersi fino a una velocità massima di 331 km/h. Il peso a vuoto è di 1.480 kg, per un rapporto peso/potenza di 1,48. Le tre Frangivento GT65 non presentano nessuna differenza tra di loro, neppure nel prezzo: circa un milione di euro.

 

 

 

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