Gruppo Volkswagen: buonuscita per chi lascerà la fabbrica russa

M Magarini
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Il gruppo Volkswagen si è offerto di concedere una buonuscita ai dipendenti della sua fabbrica di Nizhny Novgorod, in Russia, in caso di dimissioni.

La Casa automobilistica produce in loco la Taos, la Skoda Octavia, la Karoq e la Kodiaq. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina alla fine di febbraio, il gigante di Wolfsburg ha dichiarato la sospensione delle attività nel sito di Nizhny Novgorod e nel suo stabilimento di Kaluga  fino a nuovo avviso e anche il blocco delle esportazioni di veicoli nel Paese di Vladimir Putin, con effetto immediato.

In realtà, il gruppo Volkswagen non detiene il complesso di Nizhny Novgorod dove vengono alla luce le Skoda Octavia, Karoq e Kodiaq, bensì un accordo contrattuale con il conglomerato GAZ per l’assemblaggio dei modelli nella struttura, osserva Auto News.

Il gruppo Volkswagen sprona le uscite dall’impianto russo

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Un portavoce della compagnia tedesca ha recentemente sottolineato come, a circa 200 dipendenti idonei, sia stato offerto un compenso finanziario del valore di sei mesi di stipendio, più un’assicurazione medica fino alla fine del 2022, se avessero accettato di smettere di lavorare nell’impianto.

Un buon numero di altre grandi società si è trovato costretto a rivedere la vendita delle loro attività in Russia a causa del conflitto bellico. A maggio, il gruppo Renault ha sottoscritto un’intesa per cedere il 100 per cento della sua partecipazione in Renault Russia alla città di Mosca.

Sta inoltre lasciando quella del 67,69% in AvtoVAZ a NAMI, l’Istituto centrale russo per la ricerca e lo sviluppo di automobili e motori. Tuttavia, è da evidenziare che i termini contrattuali permettono al Costruttore transalpino di riappropriarsi di questa partecipazione in determinati momenti durante i prossimi sei anni, qualora optasse per il ritorno sul mercato russo.

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Intanto, il gruppo Volkswagen, con la disponibilità di corrispondere un lauto incentivo al personale che deciderà di andarsene, confida di mettere un po’ d’ordine. Gli sviluppi della guerra non prospettano un futuro roseo, anzi, e in un certo senso il provvedimento assunto da VW conferma l’opinione prevalente a riguardo.

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