Chi possiede un’auto diesel sa bene, o dovrebbe saperlo, che l’acqua è da sempre uno dei principali nemici di questo motore. La presenza di acqua nel carburante è una delle peggiori eventualità possibili e può verificarsi soprattutto durante il rifornimento o a causa di un guasto. Non sono rari, infatti, i casi in cui alcune stazioni di servizio abbiano avuto infiltrazioni nei serbatoi sotterranei, con automobilisti che hanno fatto il pieno senza accorgersi di aver miscelato gasolio e acqua.

Le conseguenze possono essere pesantissime. Spesso il motore viene avviato e l’auto messa in movimento prima di rendersi conto che qualcosa non va. Una perdita improvvisa di potenza subito dopo il rifornimento è uno dei segnali più evidenti. In questi casi spegnere immediatamente il motore può limitare i danni, ma le spese restano comunque elevate. Una riparazione difficilmente scende sotto i mille euro e, nei casi peggiori, si può arrivare a cifre superiori ai seimila. Se il motore va sostituito, il conto può salire fino a quindicimila euro, a seconda del modello.
Eppure, proprio quell’elemento considerato così pericoloso potrebbe rivelarsi, almeno in parte, una risorsa. Un recente studio ha infatti evidenziato che l’aggiunta di acqua al diesel consente di ridurre in modo significativo le emissioni inquinanti, in particolare gli ossidi di azoto e le polveri sottili. La ricerca, citata da fonti tedesche, non introduce un concetto del tutto nuovo, dal momento che su questa strada si lavora da anni, ma propone un approccio più efficace per rendere compatibili acqua e gasolio.
Il principio è basato su una miscela selettiva in cui il vapore acqueo assorbe parte del calore generato nella camera di combustione. Questo abbassamento delle temperature consente di ridurre le emissioni di NOx anche del 60 per cento. Gli studiosi spiegano che il fenomeno è legato a micro-esplosioni che trasformano il carburante in una sorta di nebbia finissima. L’evaporazione rapidissima dell’acqua frammenta ulteriormente il combustibile, migliorando la combustione.

Il potenziale è enorme, soprattutto in un momento storico in cui il diesel è sotto forte pressione normativa in Europa. Tuttavia, restano ostacoli importanti prima di poter pensare a un’applicazione su larga scala. Il problema principale è la stabilità della miscela, poiché acqua e gasolio tendono naturalmente a separarsi, con il rischio di danni meccanici.
La soluzione starebbe nell’utilizzo di specifici agenti emulsionanti, paragonabili alla senape che tiene insieme olio e aceto in un’insalata. Alcuni surfattanti sono già in grado di mantenere stabile la miscela per alcune settimane, ma si tratta ancora di un tempo insufficiente per un uso commerciale. Restano aperti anche altri interrogativi, come la definizione delle proporzioni ideali tra acqua, diesel ed emulsionante. Se la miscela non è corretta, cresce inoltre il rischio di particelle di carburante non bruciate.
Nonostante questi limiti, la ricerca apre scenari interessanti. I vantaggi in termini di emissioni ed efficienza sono evidenti e, cosa ancora più rilevante, non sarebbero necessarie modifiche radicali ai motori esistenti. In teoria basterebbero un piccolo serbatoio supplementare per l’acqua e un collegamento a quello del carburante. Un’innovazione di questo tipo potrebbe contribuire ad allungare significativamente la vita dei motori diesel, proprio mentre l’Europa sembra aver riaperto alla possibilità di prolungare l’era dei motori termici.
