Impianti Stellantis in pericolo, le multe miliardarie spingono sui tagli

Stellantis si trova di fronte a un bivio strategico e “doloroso”. Accelerare con l’elettrificazione o affrontare conseguenze pesanti.
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Mentre negli Stati Uniti si respira entusiasmo per il rilancio del brand SRT sotto la guida di Tim Kuniskis, promosso a un ruolo strategico all’interno di Stellantis, in Europa il clima è decisamente più teso. Il colosso automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA si trova infatti ad affrontare gravi sfide normative legate alle emissioni di CO2, che potrebbero costringerlo a chiudere alcuni impianti produttivi nel Vecchio Continente.

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Come parte del più ampio piano dell’Unione Europea per contrastare il cambiamento climatico, i costruttori automobilistici devono rispettare rigidi parametri di emissioni, pena sanzioni economiche molto elevate. Inizialmente, il calcolo delle multe si sarebbe basato esclusivamente sui risultati del 2025. Tuttavia, una revisione normativa approvata a maggio ha alleggerito il peso, introducendo una media triennale (2025-2027), dando così ai produttori un margine temporale maggiore per adeguarsi. Ma per Stellantis, inutile nasconderselo, la situazione resta critica.

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Jean-Philippe Imparato, a capo delle operazioni europee del gruppo, ha recentemente lanciato l’allarme: con gli standard attuali, il gruppo Stellantis rischia di dover pagare fino a 2,5 miliardi di euro di penali nei prossimi due o tre anni.

Parlando durante un intervento ufficiale al Parlamento Italiano, Imparato è stato molto chiaro: per evitare queste sanzioni, Stellantis dovrà spingere fortemente sulla vendita di veicoli elettrici oppure ridurre la produzione di auto termiche, decisione che comporterebbe tagli occupazionali e chiusure di siti produttivi. Tra gli stabilimenti nel mirino ci sarebbe anche quello di Atessa, in Abruzzo, uno dei più importanti in Italia per la produzione di veicoli commerciali.

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Se Stellantis decidesse di abbandonare la combustione interna, lo stabilimento potrebbe essere ridimensionato o dismesso, secondo quanto riportato da Reuters. In questo momento, dunque, il gruppo si trova di fronte a un bivio strategico e “doloroso”, specie per consumatori e appassionati. Si tratta di accelerare con l’elettrificazione o affrontare conseguenze industriali molto pesanti. Il conto, sia economico che sociale, potrebbe essere molto salato.

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