La Germania piomba come un falco sul ban termico auto UE 2035: la coalizione di governo tedesco ha annunciato questa mattina di aver concordato una posizione congiunta, col cancelliere Merz che sosterrà un allentamento degli obiettivi a Bruxelles il 10 dicembre 2025. Ossia quando ci sarà il vertice decisivo per il futuro automotive.
Germania contro ban termico: perché
Berlino ha voluto il tutto elettrico 2035 col Green Deal 2019, imponendo di fatto la norma, però adesso mette la retro. Perché? La disoccupazione è dilagante, specie nell’indotto: decine di migliaia di posti di lavoro automotive ko. Il colosso VW segue una dieta ferrea e punta alla Cina per fare auto nel Celeste Impero con metà esborso. Il costo dell’energia è spaventoso in quanto non si compra più il gas a prezzo molto vantaggioso dalla Russia. I cinesi piazzano fabbriche in Ungheria, Turchia e Spagna, dove ci sono condizioni vantaggiose. La tesi che la tecnologia BEV possa garantire posti di lavoro e creazione di valore crolla innanzi a una realtà drammatica. Con km zero, incentivi e doping vario, le BEV sono al 16,5% di quota: il 100% nel 2060 a questo ritmo, altro che 2035.
PHEV ed e-fuel: da Berlino con furore
Allora Berlino preme per le PHEV: auto a benzina. Con batteria ricaricabile. Motori a combustione, adorati da quasi l’85% degli europei che comprano il nuovo. In più, si punta sugli e-fuel, specialità teutonica. C’è un enorme calo delle vendite di auto tedesche in Cina: se non si targha in UE, non ci sono valvole di sfogo. Poi in USA i dazi picchiano forte. Quanti quattrini dello Stato e dei contribuenti servono per sollevare le immatricolazioni delle elettriche? Attenzione al bilancio e ai destinatari veri di quei soldi: i cinesi, sovrani indiscussi della filiera elettrica.
Per molti anni l’immagine del mezzo tedesco è stata vista come vincente nel mondo, specialmente in Cina, ma poi i marchi del Dragone hanno rivoluzionato il sistema, grazie all’involontario assist proprio della Germania coi suoi verdi sinistroidi. Quand’anche le BEV fossero spinte, si avrebbero guai per la rete di ricarica, poco capillare e lente. Mentre gli elettroni costano come il fuoco.

Il 10 dicembre 2025 saranno scintille a Bruxelles
Il vertice del 10 dicembre si preannuncia come uno scontro ad alta tensione, con la Germania decisa a rinegoziare i termini del Green Deal. La mossa del cancelliere Merz non è un semplice ripensamento, ma la constatazione che l’ideologia ha cozzato duramente contro la realtà economica. Questa inversione di marcia si scontrerà con la tenacia di altri Stati membri: Spagna e Francia sono per il tutto elettrico 2035. L’Italia vuole i biocarburanti. La decisione che verrà presa avrà un impatto epocale su posti di lavoro, investimenti e sul portafoglio dei consumatori europei. È un’UE spaccata in mille pezzi quella che affronterà il tema (nel 2019 Berlino e Parigi andavano invece a braccetto). Nel mentre, USA, Russia e Cina si strofinano le mani osservandoci di lontano così sfilacciati (gli alti funzionari di Pechino non credono ai loro occhi): saranno gravose le ripercussioni del gravissimo errore auto anche su altri settori dell’economia.
