La nuova Mercedes CLA ibrida è arrivata, ma porta con sé un segreto che potrebbe far sollevare più di un sopracciglio ai puristi del marchio. Nonostante esteticamente ricalchi le linee delle eleganti sorelle, sotto il cofano nasconde un “cuore” non esattamente prodotto nella Foresta Nera tedesca.
La CLA infatti offrirebbe un motore turbo a quattro cilindri da 1,5 litri, sviluppato, almeno ufficialmente, da Mercedes, ma che secondo fonti come il portale cinese IThome, nasce dalla stretta collaborazione con la cinese Geely. Il propulsore non sarebbe solo progettato con il prezioso contributo asiatico, ma verrà materialmente costruito in Cina per poi essere spedito in Europa per l’integrazione. Si sapeva di Geely, da tempo, ma il contributo è probabilmente maggiore di quanto si crede.

Nonostante la lontananza dall’identità nazionale, la tecnologia non manca. Il piccolo 1.5 utilizza il processo di combustione a ciclo Miller con un rapporto di compressione di 12:1, basamento in alluminio e canne dei cilindri rivestite in Nanoslide per ridurre l’attrito. Mercedes ha persino aggiunto un isolamento supplementare alla paratia per assicurarsi che i clienti non sentano troppo il “brontolio” del nuovo motore.
Dal punto di vista delle prestazioni, la CLA 220 ibrida eroga 208 CV e 380 Nm di coppia, grazie all’aiuto di un motore elettrico integrato nel cambio a doppia frizione a otto rapporti e a una batteria da 48 volt. Può correre in modalità elettrica fino a 96 km/h (velocità che raggiunge in 7,1 secondi partendo da ferma) e recupera ben 25 kW in frenata.

L’abitacolo non poteva che essere un trionfo di cristalli liquidi con il sistema Superscreen, che sfoggia display fino a 14 pollici. Tuttavia, la vera notizia che farà esultare le dita dei guidatori è il ritorno alla ragione sul volante, un ritorno già annunciato e osservato col sorriso fra le labbra. Mercedes ha abbandonato i tasti a sfioramento per far spazio a una rotella fisica per il volume e un interruttore a bilanciere per il cruise control. Un tocco di pragmatismo per la Mercedes “meno tedesca” di sempre.
