La riorganizzazione dei vertici di Stellantis, voluta dal CEO italiano Filosa, sta sollevando forti tensioni in Francia. Il sindacato CFE-CGC, che rappresenta prevalentemente gli impiegati. ha paura: l’amministratore delegato sta puntando con decisione su figure di sua fiducia, molte delle quali provengono dall’ex FCA, per ricoprire ruoli esecutivi chiave. Vedi Emanuele Cappellano, a cui è stata affidata la guida della regione Enlarged Europe al posto di Imparato. Lo dice Bloomberg: questa strategia genera profonda preoccupazione tra i rappresentanti dei lavoratori transalpini, che vedono i Marchionne boys ovunque.
Così vanno le cose, a fortuna perlopiù: col CEO Tavares vinceva l’anima francese PSA Peugeot, mentre il superdebito non aveva ancora fatto sentire i morsi alla Francia di Macron (foto giù). Come dimostrano le Alfa Romeo così poco italiane. Il terrore delle sigle francesi? Le ripercussioni negative e concrete sulla produzione e sullo sviluppo dei modelli automobilistici realizzati negli stabilimenti francesi.

La componente francese del Gruppo può essere marginalizzata – dicono i sindacati – mentre i siti produttivi in Francia considerati una variabile d’aggiustamento nell’ottica di futuri piani industriali.
La rivoluzione di Filosa in Stellantis spaventa i sindacati francesi: questione USA
C’è una seconda paura in Francia. Stellantis investe 10 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Perché Trump ha cancellato il mandato elettrico di Biden: il Gruppo di Filosa può scatenarsi negli States coi benzina. Obiettivo: modernizzare gli impianti statunitensi e rilanciare marchi chiave come Jeep e Ram, anche attraverso l’introduzione di nuovi modelli (come la Jeep Cherokee e i camion Ram a 8 cilindri) e nuove muscle car Dodge V8. Ovunque nel mondo – tranne in Cina – i consumatori adorano il motore a combustione, pratico, comodo e sicuro. Le multinazionali dell’auto hanno modo di incunearsi nel mercato yankee in un momento così propizio: l’ideale per Stellantis è che Jeep torni la celebre gallina dalle uova d’oro di anni fa. Basta con le BEV, rifiutate da tutti, e sì a macchine con prezzi ragionevoli e di elevata qualità.
Unione Europea auto: incubo per tutti
Invece la paralisi burocratica UE prosegue, in quanto non si sa nulla del futuro ban termico 2035. Se restasse, sarebbero guai seri per tutti i costruttori. Al massimo, i cinesi ne profitterebbero. Il baricentro strategico e gli sforzi produttivi di molti Gruppi si potrebbero spostare con decisione verso l’America, relegando l’Europa e, in particolare, la Francia, a un ruolo di secondo piano, specialmente a fronte dell’incertezza normativa sulla transizione elettrica imposta dall’Unione Europea. Infatti, limitatamente a Stellantis, le consegne consolidate per i tre mesi conclusi il 30 settembre 2025 sono state stimate a 1,3 milioni di unità, con un +13% rispetto all’anno precedente. L’aumento, dice la società, è in larga misura attribuibile al Nord America, sostenuto anche dalla crescita delle consegne su base annua in Europa allargata e Medio Oriente e Africa.
Va forte in USA il RAM 1500 con motore HEMI V8. È in atto una normalizzazione nella dinamica delle scorte, rispetto alle iniziative di riduzione delle stesse nell’anno precedente. Quindi, piazzali svuotati e via alla produzione di termiche di cui si ha grande fame.