Mentre si avvicina la data degli annunci della Commissione europea sulla traiettoria di elettrificazione dell‘industria automobilistica e la fine della vendita delle auto a benzina e diesel e ibride a partire dal 2035, la Francia si è ufficialmente dichiarata. Ha inviato, questo martedì, la sua lettera ai commissari incaricati dell’argomento, di cui “Les Echos” è venuto a conoscenza. Il governo Lecornu riafferma di essere aperto ad aggiustamenti, richiesti dalla filiera francese, ma soprattutto tedesca.
Vince l’auto a benzina e diesel anche in Francia
Parigi vi acconsente solo se ottiene delle contropartite. “Sosteniamo l’introduzione di flessibilità mirate, in particolare in termini di neutralità tecnologica, a condizione che siano accompagnate e subordinate a chiari meccanismi di incentivazione normativa per la produzione in Europa, favorevoli all’occupazione industriale”, scrivono i ministri francesi dell’Economia, Roland Lescure, della Transizione Ecologica, Monique Barbut, dei Trasporti, Philippe Tabarot, così come i ministri delegati all’Industria, Sébastien Martin, e all’Europa, Benjamin Haddad. Sì alle macchine termiche, a combustione, a benzina e diesel e ibride. Purché pulite.
Linguaggio amministrativo pieno di sfumature, tipiche di chi deve per forza sbilanciarsi senza però darlo troppo a vedere, con le terribili lobby green che si scandalizzano.
Le condizioni della Francia
la Francia è disposta a concedere il compromesso sul divieto del 2035 a patto di ottenere garanzie concrete che favoriscano l’industria automobilistica europea: si vuole evitare che la transizione avvantaggi eccessivamente i produttori extra-UE, in particolare cinesi e americani, a discapito dei posti di lavoro in Europa. In modo sfumato, Parigi intende mantenere aperte le opzioni per carburanti a basse emissioni di carbonio che consentirebbero di salvare una parte della filiera dei motori a combustione interna.
Tutti pro auto termica: resiste la Spagna
- No assoluto e totale al ban termico 2035 da parte di Germania e Italia.
- Giorgia Meloni e i leader di Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria sono per il no al bando dei motori termici dal 2035 e chiedendo di mantenere le ibride e di ammettere i biocarburanti anche dopo quella data
- No a certe condizioni al ban termico 2035 da parte della Francia.
- Sì al ban termico 2025 da parte della Spagna.

Quando si decide? Tutto tempo perso a vantaggio di USA e Cina
Da marzo 2025 si attende una decisione. Pareva che la revisione del regolamento CO2 arrivasse il 10 dicembre 2025. Poi il 16 dicembre. Quindi nel 2026. Ma se fosse nel 2026 non ci sarebbe nessun anticipo. Da sempre la data era quella del 2026. USA e Cina automotive stappano bottiglie di champagne: hanno deciso in 5 minuti quello che l’UE non ha deciso in 5 anni.
La clausola di revisione 2026 si riferisce alla rivisitazione del Green Deal europeo (Fit for 55), una valutazione prevista nel 2026 per valutare tecnologie alternative (e-fuel) e possibili aggiustamenti al divieto di auto termiche dal 2035, con l’Italia che spinge per anticiparla. Se si facesse nel 2026, sarebbe una sconfitta per il nostro Paese, il quale da sempre preme affinché tutto sia rivisto in largo anticipo. Non che cambi granché fra dicembre 2025 e gennaio 2026, comunque il ritardo è significativo della paralisi burocratica UE: una lentezza estenuante. Di veloce c’è solo la perdita di lavoro nel settore auto diretto e nell’indotto.
