Le Case vendono auto direttamente scavalcando le concessionarie? Quali prospettive

Walter Gobbi
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Il presidente di Federauto concessionarie, Adolfo De Stefani Cosentino, che abbiamo ascoltato in un intervento pubblico, ha parlato di concorrenza. Che deriva dalla volontà della maggioranza delle case automobilistiche di incrementare la propria marginalità. Modificando i rapporti contrattuali con i propri concessionari ed entrando direttamente nel mercato B2C, ossia rivolgendosi al cliente finale attraverso la vendita online.

Questa la tendenza per tutte le vetture, specie quelle del futuro: le auto elettriche. Seppure in un mercato asfittico. Il contratto di agenzia, che molti marchi si apprestano ad adottare, forti del regolamento europeo sulla distribuzione di prossima adozione, trasferirà molte funzioni. Quelle oggi appannaggio delle concessionarie andranno in seno alle Case automobilistiche. Di fatto annullando quel terreno negoziale che sinora ha permesso al venditore di formulare la migliore offerta per rispondere alle più diverse esigenze del consumatore, dal ritiro dell’usato al finanziamento del nuovo acquisto.

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Rapporto concessionarie-Case auto

Contrariamente a quanto si possa pensare, la discesa in campo delle Case con la vendita diretta delle auto online non migliorerà questa situazione. Anzi: permetterà alle case di mettere fuori gioco i distributori, le concessionarie, per poi acquisire il controllo della domanda, con condizioni non più negoziabili.

Il risultato? Una crescente concentrazione della domanda nelle mani di un oligopolio di costruttori e un chiaro decremento della competizione. L’esatto contrario di ciò cui è vocato il regolamento europeo. Per il consumatore, questo significa una chiara tendenza alla rigidità dei prezzi e al loro aumento, assieme al peggioramento della qualità del servizio, non ultimo a causa della rarefazione delle reti distributive e della sempre più scarsa possibilità per i concessionari di offrire risposte efficaci alle esigenze dei clienti.

Per le concessionarie, e in particolare per coloro che saranno ancora attivi, a fronte della drastica riduzione dei margini a opera dei Costruttori si determinerà la necessità di intervenire con misure draconiane sui costi tagliando la forza lavoro.

A oggi Federauto stima che l’impatto a livello occupazionale possa raggiungere le 60-70.000 unità.  Tutto questo a meno di un intervento profondo da parte del legislatore, atto a riequilibrare il potere dominante delle case automobilistiche nei confronti del sistema distributivo, nonché di misure da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza finalizzate ad assicurare il miglior livello competitivo, chiosa il numero uno di Federauto.

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