L’Ue vuole auto piccole? Citroen avrebbe pronta una nuova city car

Citroen ha accolto con entusiasmo l’introduzione della categoria E-Car, vedendola come il lasciapassare per il ritorno del Segmento A.
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La Commissione Europea, chissà, forse per un miracolo natalizio per le case automobilistiche in crisi di vendite, sta lavorando alla nuova categoria E-Car. Questa mossa normativa è destinata a rivoluzionare il Segmento A e permetterebbe di proporre sul mercato piccole auto elettriche con un prezzo stimato allettante (visto l’andazzo) che possa stare dentro i 15.000-20.000 euro. Non ci stanchiamo di ripeterlo: non certo spiccioli. Ma tant’è.

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Questa prospettiva ha già risvegliato l’interesse di marchi che avevano frettolosamente abbandonato il segmento più piccolo a causa dei costi di produzione insostenibili e dei margini minimi, come Citroen e Peugeot. Xavier Chardon, CEO di Citroen, ha infatti accolto con entusiasmo l’introduzione della categoria E-Car, vedendola come il lasciapassare per il ritorno del marchio francese nel Segmento A.

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Chardon ha chiarito che, se l’Unione Europea concederà il necessario margine di manovra normativo, l’azienda è più che legittimata a tornare in quel settore, vantando una storia che risale alla leggendaria 2CV e comprende utilitarie di successo come la Saxo e, più recentemente, la C1.

Tuttavia, chi sperava in una rinascita spirituale della 2CV in chiave elettrica dovrà ridimensionare le proprie aspettative. Il CEO ha minimizzato l’idea, sottolineando che l’importanza della categoria E-Car è quella di definire un’auto che si collochi al di sotto della C3, un’auto più accessibile. La Citroen C1, sembra la candidata perfetta.

Tecnicamente gemella della ritirata Peugeot 108, fu tolta dal mercato anni fa proprio per l’aumento dei costi. Era un’auto di grande successo. Lunga appena 3,4 metri, ma capace di ospitare fino a cinque persone. Belle strette. Chardon ha nostalgicamente ricordato che la C1 era un’auto che ti permetteva di “uscire dalla città”, dotata di cinque porte e un motore capace di compiere anche lunghi tratti decentemente.

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La logica che Citroen vuole ritrovare è proprio questa. Un’auto compatta, utilizzabile e, soprattutto, con un prezzo in Europa inferiore ai 15.000 euro. Anche perché, ammettiamolo, una C1 vicina ai 20mila euro avrebbe dello scandaloso.

Così, il futuro Segmento A elettrico non sarà un romantico omaggio vintage in stile 2CV, ma un ritorno alla praticità popolare, reso possibile solo da una nuova, e si spera meno stringente, normativa europea.