Mercato auto Italia a maggio 2025: elettriche in aumento, con tre problemi 

Segno più a maggio per il mercato italiano delle auto elettriche: 7.134 unità, in aumento del 42,7% rispetto allo stesso mese del 2024.
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A maggio 2025 il mercato delle vetture si stoppa a 139.390 immatricolazioni, -0,2% rispetto allo stesso mese del 2024. Nei primi cinque mesi si registrano 722.452 unità, -0,5% sul corrispondente periodo 2024. Siamo a -20,6% sul 2019, vero paragone corretto. In un mercato così triste, grigio, stagnante, asfittico, se sei super ottimista ti rallegri per le 7.134 auto elettriche vendute in Italia a maggio 2025, in aumento del 42,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Se invece sei più realista, analizzi la questione con distacco evidenziando tre problemi. Considerando tutte le alimentazioni, a maggio il mercato auto italiano resta sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno, con 140.067 esemplari. Anche nei 5 mesi le registrazioni si fermano su livelli vicini al 2024, con 725.590 (-0,5%).

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Tre guai dell’auto elettrica in Italia a maggio 2025

1) Siamo su numeri ridicoli, specie rispetto agli altri big europei.
2) La quota di mercato del 5,1% (dal 3,6% di maggio 2024) fa cadere le braccia rispetto al 15% medio europeo. Nei primi cinque mesi 2025, le elettriche registrate sono 36.800, +72,9% sul 2024 (all’epoca share 2,9%). Ad aprile 2025 si gira attorno al 18,5% in Francia, al 18,8% in Germania, al 7% in Spagna e al 20,4% nel Regno Unito. In Belgio e Olanda rispettivamente al 32,5% e al 34%.
3) Le Case – per evitare 16 miliardi di euro di multe CO2 – piazzano promozioni con sconti fortissimi sulle full electric. In più, ci sono le km zero a batterie per raggiungere determinati obiettivi. Nonostante queste regole fatte apposta per far vincere le macchine a corrente, comunque si viaggia su cifre risibili.

Flop bando PNRR colonnine elettriche in Italia

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Sono numeri di vendita di elettriche fatti in gran parte prima dell’annuncio recente di incentivi per le elettriche: ora il mercato si paralizza. Nessuno acquista oggi full electric a 30.000 euro, visto che domani potrà farlo con 20.000 euro. Il 19 maggio il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha annunciato – in modo del tutto inaspettato – la destinazione di 597,3 milioni di euro a ecobonus, utilizzando le risorse inizialmente destinate alla realizzazione di infrastrutture di ricarica pubblica, coi bandi andati deserti (che flop elettrico). Sono i soldi PNRR. Dei 21.355 punti di ricarica previsti, assegnate risorse per 12.000 prese, con fondi pari a meno del 20% dello stanziamento iniziale.

Sugli ecobonus futuri, è tutto così fumoso: ignoto il perimetro dei beneficiari in base all’ISEE, sconosciuta la limitazione territoriale per persone fisiche, da chiarire l’eventuale paletto dei residenti in aree urbane funzionali. Attenzione a far nascere qualcosa da un fallimento totale, ossia dai bandi colonnine PNRR: sarebbe sempre opportuno fare tabula rasa e ricominciare con ordine, proprio dai punti di ricarica. Le due cose – bonus e stazioni – dovrebbero viaggiare in parallelo.

I 600 milioni di euro di bonus auto elettriche 2025 futuri hanno una data di scadenza: tutto da usare per il 30 giugno 2026. Prima metti tanti paletti (reddito, tetto di listino, zone) e poi non dai tempo. Ma perché così tanto caos per una materia delicata come l’elettrico?

Quante elettriche circolano in Italia

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Al 31 maggio, il parco circolante elettrico in Italia conta 313.199 auto. Target esecutivo Meloni per il 2030: 4,3 milioni. Non male gli autocarri leggeri elettrici per il trasporto merci (categoria N1), che nei primi cinque mesi del 2025 tocca le 2.823 immatricolazioni, ai livelli dell’intero 2024, senza incentivi. “Il debutto di mezzi sempre più competitivi sta iniziando a plasmare il mercato anche in questo segmento, decisivo per la logistica nelle città – dice il presidente di Motus-E Mario Pressi -:  importanti anche le diverse politiche locali volte a facilitare l’elettrificazione del cosiddetto ultimo miglio”.

Mercato auto Italia a maggio 2025

Cosa manca

Secondo l’Unrae (Unione Case estere), serve una riforma della fiscalità delle auto aziendali, che da anni penalizza le imprese italiane: un sistema premiale legato alle emissioni, intervenendo su detraibilità IVA, deducibilità dei costi e periodo di ammortamento, considerata la scadenza della Delega fiscale fra meno di tre mesi.

Privati in fuga

Intanto, fra gli utilizzatori, si conferma una flessione dei privati, che scendono di 1,7 punti al 49,6% del totale. Le famiglie sono terrorizzate dall’inflazione e dal prezzo del nuovo, carissimo per via dell’elettrico e degli ADAS. Si ripiega sull’usato, specie al Sud.

Ibride plug-in boom

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Bene le termiche a benzina PHEV ibride plug-in: 6,4% (+3,1 punti). Perché? Offerta più ampia, cinesi all’attacco, trattamento fiscale favorevole per il fringe benefit che piace al noleggio.

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