Niente Giga Press di prossima generazione per Tesla

Ippolito Visconti Autore News Auto
Dopo i licenziamenti, ecco che Tesla si ritira dal processo di produzione di Giga Press di prossima generazione.
giga press

Dopo i licenziamenti, ecco che Tesla si ritira dal processo di produzione di Giga Press di prossima generazione. Quindi, niente macchinari enormi con presse di proporzioni notevoli per produrre auto. Per capirci, parliamo di quelle fatte dall’italiana Idra. Eppure, il costruttore di Austin è stato ed è leader indiscusso, innovatore assoluto, nel “gigacasting”, una tecnica all’avanguardia che utilizza enormi presse con migliaia di tonnellate di pressione di serraggio per pressofondere grandi sezioni del sottoscocca dell’auto. 

Niente Giga Press? Qui gatta ci cova

Un secondo indizio di un fatto: la Casa texana si sta ridimensionando. Un po’ per la concorrenza cinese, un po’ per la corsa al ribasso dei prezzi con contestuale innalzamento dei costi, con margini di profitto inferiori e vendite giù. Il problema è che per le Giga Press servono fortissimi investimenti iniziali. Da recuperare sul lungo periodo. Invece ora è meglio puntare a guadagnare sul breve, senza voli pindarici di fantasia. Si desidera anche evitare questioni analoghe a quelle del Cybertruck: il mezzo è arrivato lo scorso autunno, in ritardo, e a un prezzo molto più alto del previsto. Questa l’analisi di Terry Woychowski, presidente della società di ingegneria statunitense Caresoft Global, che ha condotto analisi ingegneristiche sulle Tesla.

Ricordiamo che l’azienda bresciana Idra Group ha creato enormi presse in grado di stampare in un unico pezzo intere parti di scocca dell’auto: soluzione sposata da Elon Musk. Un’eccellenza nostrana nel mondo. Si inietta una lega metallica fusa ad altissima pressione all’interno di due stampi, tenuti assieme da una pressione altrettanto elevata.

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Progetto Tesla 2 per le piccole elettriche: che fine farà?

Nel 2023, l’azienda Usa ha sviluppato una nuova piattaforma per veicoli di piccole dimensioni, come la Tesla 2: prezzo di 25.000 dollari in Usa da giugno 2025. Voleva il sottoscocca in un unico pezzo. L’obiettivo a lungo termine era semplificare radicalmente la produzione e ridurre i costi. Invece, retromarcia: fonde i sottoscocca dei veicoli in tre pezzi. Ossia una sezione anteriore, una posteriore gigafusa, e una centrale realizzata con telai in alluminio e acciaio per immagazzinare le batterie. Così è stato per la crossover Model Y e il pick-up Cybertruck.

Meno numeri, più qualità

La strategia Tesla cambia: meno numeri, meno quantità, e più qualità. In particolare, la Casa si concentra sullo sviluppo di veicoli a guida autonoma. Specie in Cina. Qui, c’è la sua battaglia contro i competitor orientali, che sono forti in fatto di assistenza elettronica al conducente. Sì anche ai robotaxi con tecnologia della società texana.

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