Nel corso del fine settimana il PSOE celebrerà il suo tradizionale Congresso Federale a Siviglia, cui spetta il compito di decidere la leadership del partito e il suo eventuale rinnovamento. La discussione, però, potrebbe essere interessante anche per capire in quale direzione intende muoversi l’esecutivo guidato da Pedro Sánchez nell’immediato futuro. A dare indicazioni in tal senso sarà in particolare la cosiddetta Presentazione Quadro, che includerà un elenco dei risultati ottenuti nel corso di questo mandato e le sfide che dovranno essere affrontate. Per l’industria automobilistica sarà interessante soprattutto il contenuto del piano shock per la mobilità sostenibile che il governo di Madrid intende incardinare. Nell’intento di riuscire a ridurre l’impronta ambientale a livello di Paese e favorire il conseguimento della neutralità climatica, si prospettano in effetti soluzioni di largo impatto. Andiamo a vedere quali.
Il piano del governo spagnolo per la mobilità sostenibile
Il governo socialista sta occupandosi molto della questione mobilità. Due settimane fa, ad esempio, ha destato notevole sorpresa l’annuncio relativo alla nuova tassa sui beni di lusso, comprese le automobili. Un balzello che andrebbe a rispolverare la vecchia tassa sul lusso del dittatore Francisco Franco, ma che avrebbe in definitiva il compito di applicare anche alle auto elettriche la tassa di immatricolazione del 14,75% da cui sono attualmente escluse.
Se nel caso della tassa l’auto elettrica è vista come un bene da equiparare a quelli simili, ovvero i veicoli endotermici, l’esecutivo non nasconde però le sue velleità in tema di transizione verso la mobilità sostenibile. E proprio per questo sta mettendo in campo una serie di misure che potrebbero rivelarsi positive in tal senso.
In particolare, il pacchetto predisposto dal governo di Madrid, prevede il proseguimento del sostegno al treno come mezzo di trasporto all’interno della Penisola e l’ampliamento degli aiuti alle famiglie a basso e medio reddito per l’ acquisto di autovetture elettriche, scontando gli aiuti direttamente sul loro acquisto.
Occorre sottolineare che ormai da anni questa seconda misura è chiesta a gran voce dall’industria automobilistica. In particolare, si chiede che venga implementata nell’ambito del Piano Moves, che attualmente prevede tempistiche che possono arrivare a più di due anni per consentire agli acquirenti di ricevere il pagamento. Resta però da vedere se verrà applicata o meno al nuovo Moves, la cui introduzione è prevista per il prossimo 1° gennaio.
Altro provvedimento qualificante del nuovo piano di Madrid è poi rappresentato dall’intenzione di moltiplicare il numero dei punti di ricarica bidirezionali in città e in autostrada. Cui si dovrebbe accompagnare anche lo sviluppo di tratti stradali con ricarica wireless al passaggio delle auto elettriche. Nel documento si specifica inoltre che è intenzione dell’esecutivo distribuire più di 50mila caricabatterie entro il 2030. In tal modo si passerebbe dagli attuali 38mila a oltre 80mila.
Auto elettrica, il noleggio a basso costo
Un’altra delle misure previste nel piano è poi l’aiuto alle aziende che incentivano l’uso della bicicletta tra i propri dipendenti. Mentre quelle con più di 250 addetti dovrebbero contribuire per il 50% al costo dei trasporti pubblici per i propri dipendenti.
Infine, una delle misure di punta del nuovo pacchetto governativo, rappresentata dalla creazione di un piano di leasing, ovvero il noleggio con opzione di acquisto, per veicoli elettrici a un prezzo inferiore a quello di mercato e senza canone iniziale.
In questo caso, si tratta di un provvedimento che prende come esempio quello della Francia, ove i risultati sono stati buoni. Tanto da spingere proprio in queste ore il governo di Parigi a sospendere o quasi il programma per mancanza di fondi. Nel corso dell’anno passato, infatti, sono state 50mila le domande soddisfatte, con una spesa pari a 650 milioni di euro. Che diventeranno meno della metà, 300, nella prossima fase.
La speranza è che il governo spagnolo non decida di seguire la stessa strada e si riveli più serio di quello transalpino. Il leasing sociale, infatti, potrebbe essere un notevole strumento per iniziare a dare uno sbocco verso la mobilità sostenibile anche a quelle classi popolari al momento escluse a causa dei prezzi troppo elevati dei modelli di EV presenti sul mercato.