Obiettivi emissioni auto 2025: l’Ue causa una catastrofe

Ippolito Visconti Autore News Auto
Le norme Ue impongono alle Case automobilistiche di raggiungere un’emissione complessiva di CO2 della flotta di 95 grammi al chilometro entro l’anno prossimo.
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L’Ue, come suo solito, non arretra di un millimetro, almeno per ora. Conferma le norme che impongono alle Case automobilistiche di raggiungere un’emissione complessiva di CO2 della flotta di 95 grammi al chilometro entro l’anno prossimo. Lo riporta Automotive News. Tutto può cambiare con vari fattori: tagli occupazionali, scioperi, tensioni sociali, Germania ko nel settore automotive. Persone che perdono la casa e che non pagano di debiti perché senza lavoro. Più i potenziali clienti delle vetture che non comprano nessuna macchina. Per stare nella media, i costruttori alzano i listini delle uniche vetture richieste, le termiche. Il consumatore si ritrova davanti veicoli a benzina, diesel ed elettrici inarrivabili. Perché le cinese sono tassate. Effetto Cuba con aumento di incidenti e smog. Il dramma della burocrazia Ue, nato col bando termico 2035 degli eco talebani su nessuna base scientifica. Infatti, produzione e smaltimento della batteria inquinano da morire, produrre elettricità è un’attività altamente inquinante.

Il settore automobilistico europeo è precipitato in una crisi mentre combatte contro la concorrenza a basso costo della Cina, gli elevati costi energetici e una crisi del costo della vita che ha intaccato la domanda di veicoli elettrici da parte dei consumatori.

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La richiesta dei costruttori

Tardivamente, le Case si fanno sentire. Ma ormai la frittata è fatta. La lobby automobilistica punta a ritardare di 2 anni gli obiettivi sulle emissioni del 2025. Il bivio: o interrompere la produzione o subire multe, afferma l’Acea (Associazione costruttori auto). Le regole che mirano a un’emissione complessiva di CO2 della flotta di circa 95 grammi al chilometro, in calo rispetto ai 106,6 g/km del 2023, richiederebbero di stoppare l’uscita dalle fabbriche di 2 milioni di auto o a essere esposte a sanzioni che potrebbero raggiungere i 13 miliardi di euro. E altri 3 miliardi di euro per i furgoni. Il che minaccia milioni di posti di lavoro, danneggia i consumatori e ha un impatto negativo sulla competitività e sulla sicurezza economica. 

Il ceo di Renault e presidente Acea Luca de Meo ha già iniziato a parlare per sensibilizzare l’opinione pubblica sui potenziali miliardi di euro di multe che l’industria automobilistica deve affrontare a causa di un rallentamento della domanda di veicoli elettrici. La Commissione europea dovrebbe avere un po’ di flessibilità per quanto riguarda i prossimi obiettivi, dice.

Il gruppo ambientalista Transport & Environment ha definito assurda la proposta di rinviare i nuovi obiettivi, affermando che le Case automobilistiche hanno avuto tutto il tempo per prepararsi e hanno beneficiato di elevati margini di profitto sin dalla pandemia di coronavirus. Per Marie Cheron, responsabile delle politiche sui veicoli presso T&E France, i produttori hanno realizzato oltre 130 miliardi di euro di profitti dal 2022 e hanno avuto anni per prepararsi all’obiettivo. Ora stanno cercando di innescare uno stato di emergenza in modo da poter continuare a vendere auto inquinanti. Affinché il mercato automobilistico complessivo sia conforme alle più severe norme sulle emissioni del 2025, la quota di veicoli elettrici di autovetture e furgoni dovrebbe essere di circa il 20-22 percento, mentre il livello è attualmente stagnante a meno del 15 percento per le auto e molto più basso per i furgoni. 

VW in difficoltà

Gli obiettivi sono stati stabiliti sei anni fa. Questa chiamata dell’ultimo minuto è rappresentativa di ciò che una parte dell’industria non ha previsto bene. Il Gruppo Volkswagen sarà tra coloro che probabilmente non raggiungeranno gli obiettivi. L’azienda questa settimana ha eliminato le protezioni occupazionali vecchie di tre decenni in Germania dopo aver avvertito la scorsa settimana che potrebbe dover chiudere per la prima volta gli stabilimenti nella più grande economia europea.

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