Proprietari di auto elettriche: delusione le ricariche costosissime

Ippolito Visconti Autore News Auto
I costi della ricarica alle colonnine pubbliche sono un guaio serissimo per i proprietari di auto elettriche in Italia. Rincari a raffica.
Proprietari di auto elettriche

I costi della ricarica alle colonnine pubbliche sono un guaio serissimo per i proprietari di auto elettriche in Italia. Rincari a raffica. Ma soprattutto eliminazione dei comodi abbonamenti all inclusive: spendevi un tot al mese, e avevi elettroni in quantità illimitata. Adesso, come per magia, tutte i fornitori si sono adeguati, cancellando le tariffe flat: solo pay per use. Appena i guidatori ricevono le mail dai provider, hanno un brivido lungo la schiena: “Stiamo aggiornando i termini e condizioni di utilizzo dell’app”. Il preludio a una stangata economica. Oppure: considerata la rimozione dei prodotti piani tariffari dall’offerta flat, questi non saranno più ricompresi nell’azione premiante di acquisto di tale prodotto nel programma fedeltà.

Proprietari di auto elettriche in Italia senza potere contrattuale

Si salvano forse quei pochissimi che hanno la wallbox, ossia la stazione di ricarica domestica, purché non viaggino molto. Al riparo anche i possessori di Tesla, che sono un discorso a parte, vincente, con le ricariche casalinghe e i Supercharger. Gli altri cosa fanno? Purtroppo, chi ha una vettura elettrica accetta supinamente gli eventi, perché privo di potere contrattuale nei confronti dei colossi dell’energia. Si cercano disperatamente i pacchetti prepagati, gli abbonamenti con sconti premiali, senza trovarli. Come in un domino maledetto, un fornitore segue l’altro, con tariffe pay per use.

Gruppi di acquisto: utopia

Difficile creare un gruppo di acquisto: il numero farebbe la forza. Per un maggior potere contrattuale. Acquistare all’ingrosso l’energia per risparmiare. Ma in Italia è utopia. Non si hanno basi solide per eventuali segnalazioni all’Antitrust: le aziende hanno il diritto di imporre i prezzi liberamente in un mercato libero e concorrenziale. È sufficiente che le tariffe siano trasparenti. Chissà, qualche associazione di categoria, però su quali presupposti?

Quanti titolari di auto elettriche

Grosso modo, considerando un circolante in Italia di 227 mila auto elettriche, esistono altrettanti proprietari. Ma divisi, non si uniscono per fare qualcosa, pur ammettendo nel novero partite Iva e aziende. La frustrazione cresce facendo il paragone fra Italia e altre nazioni: in Spagna, Slovenia e Germania le tariffe delle ricariche alle colonnine pubbliche sono inferiori che da noi. Il confronto è impietoso. 

Network di persone per un provider: la possibile nuova autarchia della ricarica

Magari si potrebbe creare un network, una sorta di idea di autarchia, facendo da sé: un provider di un gruppo di acquisto, per esempio: una condivisione totale della rete, della corrente, mettendo in contatto persone e utenti e locali pubblici. Individuando la corretta fatturazione. Una sorta di enorme comunità energetica per scappare dalla morsa dei fornitori ufficiali.

Proprietari di auto elettriche

Soluzioni concrete

Tempo fa, Motus-E proponeva di determinare prezzi della ricarica elettrica competitivi rispetto ai motori endotermici, agendo sulle componenti degli oneri di sistema e sui costi di trasmissione e distribuzione. Che rappresentano circa la metà del prezzo finale a cliente. L’introduzione di tariffe incentivanti, unito allo sviluppo degli altri driver di mercato primari: maggiore capillarità e performance dell’infrastruttura di ricarica, nuovi modelli veicoli elettrici. E potrebbe innescare una significativa accelerazione nelle immatricolazioni di veicoli elettrici.

Colonnine, servono soldi

Poi c’è il tema delle poche colonnine: circa 27.000, per 54.000 punti di ricarica. Il 22% scollegato alla rete per guai burocratici misteriosi. Urgono soldi per farle. Il Piano nazionale ripresa e resilienza, in teoria, promuove lo sviluppo della mobilità elettrica con 740 milioni di euro di fondi. Target: l’installazione di 21.400 infrastrutture di ricarica veloce e ultraveloce entro la fine del 2025. Nella Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) della Componente 2 (energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile), ci sono 7.500 infrastrutture di ricarica rapida in ambito extraurbano (autostrade escluse). Più 13.755 all’interno dei centri urbani. Più 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia. Già, ma i bandi non ci sono ancora: attese bibliche e sconfortanti.

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