Stellantis e Uber per i robotaxi: la fuga dalla crisi è a guida autonoma

Stellantis aveva già scelto l’azienda cinese di auto a guida autonoma Pony.ai, che vuole installare i suoi robotaxi sulle strade europee.
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An Uber logo is shown on a rideshare vehicle during a statewide day of action to demand that ride-hailing companies Uber and Lyft follow California law and grant drivers "basic employee rights'', in Los Angeles, California, U.S., August 20, 2020. REUTERS/Mike Blake - RC2WHI9B3RSH

Stellantis sta cercando disperatamente una via d’uscita dalla crisi. Potrebbe averla trovata, con un colpo di scena, nel mercato delle flotte di veicoli a guida autonoma. Per questa mossa, l’azienda sta stringendo una partnership con un trio d’assi formato da Foxconn (il gigante dell’elettronica), Nvidia (il maestro dei chip) e la società di ride-hailing Uber.

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L’obiettivo è concreto. Uber prevede di gestire inizialmente una flotta di 5.000 auto Stellantis a guida autonoma. I veicoli in questione, che usciranno dalla linea di produzione a partire dal 2028, saranno un furgone e una vettura compatta, la quintessenza del trasporto autonomo per le masse, certamente meno eccitante di molti veicoli del Gruppo.

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Stellantis si occuperà della produzione dei “taxi robotici” stessi, ma la complessità tecnologica sarà demandata ai partner. Foxconn, con la sua esperienza nell’elettronica, installerà il cervello per il funzionamento autonomo, mentre Nvidia contribuirà con la sua avanzatissima architettura Drive AGX Hyperion 10, basata sul sistema operativo DriveOS. Questo software, specificamente il Drive AV, è progettato per abilitare la guida autonoma di Livello 4.

Il fondatore e CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha dichiarato che “il Livello 4 non è solo una pietra miliare per l’industria automobilistica, ma è un grande passo avanti nelle prestazioni dell’intelligenza artificiale”. Per lui, infatti, “il veicolo diventa un robot che vede, percepisce, pianifica e guida con una precisione sovrumana”. Va ricordato, però, che il Livello 4 è ancora tecnologicamente un gradino sotto la completa autonomia.

Nonostante l’entusiasmo, la partnership è ancora avvolta nella prudenza. Attualmente, esiste solo un memorandum d’intesa non vincolante che deve ancora stabilire il quadro per i futuri contratti. Molte questioni spinose, tra cui le licenze, lo sviluppo della tecnologia, la produzione dei veicoli e l’approvvigionamento, devono ancora essere chiarite.

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La collaborazione non è esclusiva. Ciascuno dei quattro giganti è autorizzato a lavorare contemporaneamente con partner esterni, rendendo questo matrimonio un accordo, per così dire, aperto. A dimostrazione di questa flessibilità, Stellantis sta già collaborando con l’azienda cinese di auto a guida autonoma Pony.ai, che vuole installare i suoi robotaxi sulle strade europee.