Stellantis, Filosa sulle regole auto UE: paragone perdente con Trump

Trump in USA ha dato regole chiare sull’auto, in UE vanno riviste per allinearle al mercato: queste le parole del CEO Stellantis Filosa, che utilizza il pungolo degli States.
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Massima libertà di scelta per Case e consumatori negli USA di Trump, dove Stellantis ha investito 13 miliardi di dollari: zero chiarezza in UE dove i grandi Gruppi attendono da tempo immemore le regole. Il CEO della società euroamericana Filosa utilizza il pungolo degli States aspettando il vertice sulle revisione del regolamento CO2. Di cui si parla da marzo 2025 invano, mentre la Cina gode di immensi benefici per gli involontari assist europei.

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All’assemblea Anfia, l’ad dialoga con il ministro delle Imprese Urso ed elogia il pragmatismo yankee sulle emissioni, chiede norme europee più realistiche e annuncia acquisti per 7 miliardi (invece dei 6 stimati) dalla filiera italiana. 

Profumo di libertà in USA

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“Negli Stati Uniti ho riscontrato un approccio molto pragmatico. I tassi e gli strumenti fiscali incentivano davvero gli investimenti produttivi. Per noi che abbiamo numerosi stabilimenti sul territorio si traduce in un vantaggio competitivo concreto. La nuova amministrazione sta intervenendo sulle regolamentazioni, a partire da quelle sulle emissioni”. Il concetto di Fair Regulation è chiaro: allineare le norme alla realtà del mercato, assicurando certezza agli investitori. È un segnale che General Motors, Ford, Toyota e tutti i costruttori stanno osservando attentamente.

E l’UE? Molti importanti stakeholders stanno chiamando a un’assunzione di buon senso per rivedere queste regole sulle emissioni con un approccio molto più flessibile e allineato al mercato, basato su neutralità tecnologica e accessibilità. Sono decisioni impatteranno su quello che succederà nei prossimi 10-20 anni. Insomma, il destino automotive è più che mai nelle mani di Bruxelles, dove le pressioni dei verdi sono fortissime.

Sintonia Stellantis-ministero

L’amministratore delegato ringrazia il ministro che è stato di assoluta importanza strategica, ma anche fattuale nel supporto a quelle che sono le agende di sviluppo di Stellantis in Italia sia con i fornitori sia con tutti i gruppi sociali. “In quest’ultimo anno abbiamo lavorato insieme per rilanciare il Piano Italia e ricostruire un equilibrio nella catena del valore dell’automotive, che coinvolge centri di ricerca, ingegneria, impianti e migliaia di lavoratori. Senza questa collaborazione non sarebbe stato possibile”. Quasi un anno fa, con la conclusione del cosiddetto Tavolo Stellantis, è stata ribadita la centralità dell’Italia, confermando gli investimenti di circa 2 miliardi di euro negli stabilimenti italiani e superando le attese con oltre 7 miliardi di euro in acquisti da fornitori operanti nel nostro Paese.

filosa

Geopolitica: il fattore, non un fattore

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“Stellantis ha il privilegio e la responsabilità di essere un’impresa globale. E oggi la geopolitica non è un fattore, ma il fattore che orienta le strategie industriali di gruppi come il nostro. Ogni decisione – dagli investimenti alle tecnologie – deve tener conto del quadro internazionale”, dice Filosa. Il ministro Urso, replicando a Filosa, ha sottolineato quanto l’eccesso di vincoli normativi rischi di penalizzare l’industria europea, proprio mentre Stati Uniti e Asia accelerano sui piani industriali: “Non ci accontenteremo di palliativi dall’Europa, di misure tampone, non vogliamo rinvii di decisioni. Il tempo delle decisioni è questo e devono essere decisioni radicali perché serve un cambiamento radicale del Gran Deal”.

Si parla di documento congiunto di politica industriale italo-tedesco su automotive e siderurgia. La partita si giocherà su prezzo dell’energia, costo del lavoro e competitività della catena di fornitura. Si inizia sotto cinque a zero, col rischio di prendere altri cinque gol.