Stellantis offre 190mila euro per lasciare Fiat

M Magarini
Per lasciare Fiat, il gruppo Stellantis è pronto a offrire delle generose buonuscite fino a un massimo di 190.000 euro
Stellantis Cassino

Un miliardo di euro dal governo italiano in cambio di investimenti in auto elettriche è la richiesta avanzata da Stellantis, che minaccia di delocalizzare la produzione di BEV qualora continuino a mancare i finanziamenti richiesti. Nel frattempo, il conglomerato ha offerto a 15.000 dipendenti italiani un incentivo all’esodo fino a 190.000 euro. L’obiettivo consiste nel ridurre il numero di colletti bianchi lungo la nostra penisola, con il timore di vedere i ragazzi più giovani trasferiti in Francia.

La strategia messa in atto da Stellantis allarma i sindacati e il Governo. Il timore nutrito è di vedere l’azienda smantellare il sistema produttivo e il know-how automotive. In un Paese dove l’industria delle quattro ruote ha un grosso ruolo, ciò consisterebbe in un’immane perdita, soprattutto nei territori dove la manodopera è già bassa.

Riorganizzazione Stellantis: incentivi all’esodo fino a 190mila euro

Stellantis impianto Mirafiori

Il pacchetto confezionato da Stellantis nei confronti del suo personale ha provocato una netta spaccatura. Da un lato, c’è chi ha accolto favorevolmente l’opportunità di uscire dalla porta con un’ingente buonuscita. Altri temono, invece, di assistere a un inizio di disinvestimento nel Belpaese. La situazione è di difficile interpretazione e richiede una risposta netta, sia dal punto di vista politico sia da quello industriale.

L’Italia ha l’opportunità di diventare un hub quotato nella realizzazione di accumulatori per veicoli elettrici, ciò purché avvengano una serie di manovre votate al medio-lungo termine. Mentre le parti coinvolte cercano di individuare delle soluzioni efficaci, filtra un clima pessimistico, piuttosto ragionevole, a onor del vero, dati i recenti provvedimenti attuati da Stellantis.

Stellantis Pomigliano

Benché John Elkann si ostini a millantare dei grandi piani locali, delle grosse commissioni sono state affidate a impianti esteri. Uno dei casi più eclatanti consiste nella Fiat Panda. Che, ok, continuerà a essere realizzata nell’attuale generazione nella struttura di Pomigliano d’Arco fino al 2026, ma la cui nuova generazione uscirà dalle catene di montaggio del sito di Kragujevac, in Serbia. Inoltre, desta perplessità la scelta di affidare la fabbricazione della Topolino in Marocco e della 600 in Polonia. Una serie di notizie negative viste dalla nostra prospettiva.

Pertanto, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, esorta a una presa di coscienza. Non chiude la porta totalmente a un ingresso in Stellantis, tuttavia vorrebbe prima una manifesta dichiarazione di interesse da parte del conglomerato. Allora l’esecutivo potrebbe vagliare la proposta, purché le condizioni applicate siano quelle di mercato.

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