Stellantis, operai di Melfi in rivolta: “Come possiamo acquistare un’elettrica?”

M Magarini
Gli operai di Melfi protestano contro Stellantis: per un’operai acquistare un’auto elettrica è fuori portata, alle cifre attuali
Stellantis Melfi

Lo stabilimento Stellantis di Melfi vive un periodo di profonda incertezza. La transizione verso la produzione di auto elettriche, con l’addio a modelli iconici come la Jeep Renegade e la Fiat 500X, genera malumore tra i lavoratori che vorrebbero ricevere delle rassicurazioni dai responsabili dell’impianto. Il turno di notte è stato sospeso, costringendo la manodopera a una settimana di riposo forzato con stipendio ridotto. Come racconta un operaio a Basilicata24.it, perdono 300 euro mensili e il tempo a casa diventa una condanna.

Stellantis: gli operai di Melfi non credono nell’elettrico “democratico”

Melfi

La conversione full electric di Stellantis (fatta eccezione per la Compass ibrida) semina dubbi e perplessità circa la tenuta occupazionale. Perché, ok, le BEV costituiscono il futuro e nessuno ha da sindacare in merito. Ma finora la diffusione sulla scena europea e mondiale è avvenuta a velocità differenti. Per una Norvegia dove hanno ormai preso ampiamente il sopravvento sui veicoli a combustione interna, c’è un’Italia apparsa poco reattiva.

Benché la popolazione condivida i timori inerenti al futuro ambientale, gli elevati prezzi di listino rendono difficile effettuare la transizione verso forme di mobilità meno impattanti. A tal proposito, un prestatore d’opera chiede come possa un operaio acquistare un’auto elettrica, se diversi anni fa con 4.000 euro di incentivi sul GPL si comprava una vettura. Il sentiment negativo serpeggia sovrano e, a meno di improvvisi ribaltoni, continuerà a imperversare pure da qui ai prossimi anni.

Stellantis

La fabbricazione di cinque prodotti Stellantis a batteria impone certezze sul fronte degli incentivi. A tal riguardo, resta anche da capire fin dove il Governo intenda spingersi. Nel 2024, quando terminerà il piano triennale introdotto dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, verrà stanziato quasi un miliardo di euro per incentivare il passaggio a macchine meno inquinanti. Oltre ai fondi nuovi, si somma, infatti, l’ammontare residuo degli anni precedenti. Lo scarso appeal delle BEV e delle plug-in hybrid ha generato un tesoretto considerevole da spendere.

In Francia ci sono state delle importanti risposte al programma di leasing sociale, voluto fortemente da Emmanuel Macron. L’opportunità di prendere in noleggio una full electric a partire da 49 euro al mese fa parecchio gola ai cittadini. Una mossa del genere potrebbe un giorno essere anche introdotta lungo la nostra penisola. O, almeno, lo lasciano sperare le dichiarazioni rilasciate da Adolfo Urso ai media.

Per ora ci tocca, però, assistere al continuo botta e risposta tra l’onorevole e il CEO di Stellantis, Carlos Tavares. Quest’ultimo ha ipotizzato una fuga dall’Italia, qualora i sussidi stanziati dalle autorità politiche tarderanno ad arrivare. A pagarne sarebbero, nello specifico, gli impianti di Mirafiori e Pomigliano d’Arco, ridotti dalla perdita di una commissione fondamentale quale la Panda a zero emissioni (affidata agli operatori di Kragujevac, in Serbia). L’attuale generazione andrà avanti a essere fabbricata fino al 2026.

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