Gli analisti apprezzano le stime sulle consegne mondiali di Stellantis del terzo trimestre 2025, rese note il 10 ottobre. Ossia 1,3 milioni di unità e +13% sullo stesso trimestre 2024. Gli esperti apprezzano il boom in Nord America, dove le 403 mila spedizioni sono cresciute di circa 104 mila unità, pari a un aumento del 35% su base annua. Il tutto grazie alla normalizzazione delle scorte dopo le riduzioni dell’anno precedente e alle prime targhe del nuovo RAM 1500 con motore HEMI V8. Parliamo tecnicamente di previsioni sui veicoli destinati a rete, distributori, clienti finali e flotte. Il dato ha oltrepassato le stime di Citi.
Stellantis a tutto USA
Per Equita, soddisfacenti le stime del fatturato per il terzo trimestre, a seguito di una conference call tenuta venerdì con la società: migliori delle attese. Intorno a 37 miliardi di euro (+13%). “Riteniamo ragionevole aspettarsi un ulteriore recupero dei volumi nel quarto trimestre anche per il lancio dei nuovi modelli, sapendo che i magazzini dei concessionari sono ad un livello normale”.
Che Trump sia pro termico – a differenza di Biden, tutto sbilanciato sull’elettrico – è un bene per il Gruppo guidato da Antonio Filosa. La cui rivoluzione italiana viene giudicata positivamente. Siamo solo all’inizio dell’avventura del top manager di Castellammare di Stabia (Napoli), ma la prima parte della controriforma ha successo.

Bene, seppure fra mille ostacoli
Il percorso resta colmo di insidie: la Cina avanza, l’Europa elettrica è un fallimento totale, i dazi USA anti UE possono pesare, e ci sono diversi marchi che non hanno reso (anzitutto Maserati). In più, la tensione fra States e Pechino è alle stelle, con la guerra commerciale di dazi e controdazi che danneggia l’Europa: il Dragone blocca l’esportazione di terre rare, preziose per le auto, con guai anche per le Case UE. In un clima meno da battaglia fra Trump e Celeste Impero, il titolo Stellantis è tornato a essere oggetto di acquisti. Le azioni della società hanno recuperato terreno grazie ai commenti ottimistici di Filosa, al primo mese positivo di vendite negli Stati Uniti dopo tre anni e ai piani di investimento nel mercato statunitense per riconquistare quote di mercato.
La strada è lunghissima: Europa mistero automotive
- Di Stellantis vanno fortificati bilancio e marchio nel mondo. Serve incrementare l’utile di 7-8 miliardi di euro l’anno per riportare l’Eps (l’utile per azione) intorno ai 2 euro, livello considerato necessario per rendere il titolo conveniente, dicono gli esperti.
- L’UE è un rebus. Le elettriche non vanno, le colonnine sono poche e lente, l’elettricità costa carissimo, l’energia è alle stelle, ci si riunisce (i tavoli) per parlare senza prendere decisioni. Chiaro che la tentazione sia quella di scommettere forte sugli USA: qui 10 miliardi di investimenti Stellantis. Forse la pressione della Germania (che ha voluto le BEV col Green Deal 2019) per eliminare il ban termico 2035 potrà essere persuasiva, dato il peso specifico quasi nullo di altri Paesi. Stellantis ha sospeso la produzione in sei stabilimenti in Europa a causa del calo della domanda. Idem Volkswagen. Di Gigafactory a Termoli non si può nemmeno parlare, stando questa situazione.