Dietro la collaborazione tra Stellantis e Leapmotor c’è la firma di Carlos Tavares, ex amministratore delegato del gruppo, che ha lasciato l’incarico nel dicembre 2024. Da questa partnership è nata Leapmotor International, una joint venture controllata al 51% dal gruppo automobilistico oggi guidato da Antonio Filosa, che ha l’obiettivo di esportare i veicoli del marchio cinese nei mercati al di fuori della Cina.
Un’intuizione che, con il senno di poi, si è rivelata vincente, a giudicare dalle performance di Leapmotor in forte crescita. Proprio alla luce di questi risultati, Tavares ha recentemente dichiarato che l’espansione dei costruttori cinesi non deve essere vista come una minaccia, ma come una possibile ancora di salvezza per l’industria automobilistica europea, oggi sotto pressione per via di normative sempre più rigide e costi produttivi in costante aumento.
Secondo Carlos Tavares, le case automobilistiche cinesi potrebbero salvare il settore europeo

Tavares ha dichiarato al Financial Times che solo cinque o sei costruttori globali riusciranno a sopravvivere nel prossimo decennio. Tra questi, il manager portoghese cita Toyota, Hyundai, BYD e Geely, prevedendo che le aziende cinesi giocheranno un ruolo decisivo nel futuro del settore. “Si stanno aprendo grandi opportunità per i marchi cinesi”, ha affermato. “Quando una casa automobilistica occidentale sarà vicina al collasso, una cinese arriverà, comprerà gli impianti e salverà migliaia di posti di lavoro”.
Da quando ha lasciato Stellantis quasi un anno fa, Tavares si è dedicato principalmente alla scrittura di un libro e a diversi interventi in cui ha criticato la strategia europea sulla transizione elettrica. Secondo lui, il divieto dei motori termici entro il 2035 ha costretto i costruttori a investimenti enormi e poco sostenibili che rischiano di non essere recuperati.
A suo avviso, il futuro dell’industria automobilistica sarà dominato da pochi grandi poli e da una nuova leadership cinese pronta a colmare il vuoto lasciato dall’Europa. Se il Vecchio Continente non saprà adattarsi con rapidità, rischierà di dipendere proprio da coloro che oggi considera i suoi principali concorrenti.
 
			 
				 
				
 
						 
					 
										 
										 
										 
										