Stellantis sospinta in Borsa dagli incentivi auto per cinque motivi

Stellantis è in rialzo dopo il lancio di nuovi incentivi per le auto elettriche, finanziati con 597 milioni di euro dal PNRR: +2,98% a Piazza Affari, con le azioni che tornano sopra gli 8 euro.
Stellantis sospinta in Borsa dagli incentivi auto per cinque motivi Stellantis sospinta in Borsa dagli incentivi auto per cinque motivi

Stellantis a +2,98% a Piazza Affari, con le azioni che tornano sopra gli 8 euro: il merito è degli incentivi auto. Finanziati con 597 milioni di euro dal PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insomma soldi dell’Unione Europea da spendere per fine giugno 2026. È un programma di riforme e investimenti che l’Italia ha elaborato per gestire i fondi europei del programma Next Generation EU, istituito per rilanciare l’economia degli Stati membri dopo la pandemia: al suo interno, ci sta anche l’auto.

Advertisement

Stellantis su in Borsa grazie agli incentivi auto per cinque ragioni

  1. I bonus valgono se il prezzo di listino dei modelli è di massimo 35 mila euro più IVA. È un tetto perfetto per Stellantis. Altri marchi potrebbero avere da ridire: vedi Tesla per la Model Y.
  2. Le BEV sono solo per persone fisiche; microimprese beneficiarie se acquistano furgoni.  
  3. Sì all’acquisto, no al noleggio. ISEE sotto i 40 mila euro. Insomma, chi ha davvero i quattrini per super BEV è tagliato fuori. Solo residenti nelle FUA (Aree Urbane Funzionali): 1.900 Comuni su più di 8.000.
  4. Obbligo di rottamazione fino a Euro 5.
  5. Magari un eco-score che limiterà il numero di modelli disponibili per i beneficiari.

A nostro avviso sono cinque fattori che danno una spinta a Stellantis. Non c’interessa sapere né stabilire se il ministero dell’Ambiente abbia un qualche obiettivo specifico: non è questo il punto, diamo solo la nostra opinione.

Advertisement

I cittadini che non rientrano nei criteri illustrati non hanno nessun modo di comprare BEV di livello di prezzo ancora più elevato, lì dove c’è parecchio da valutare di ogni marca.

stelantis borsa

Mistero sul residuo eventuale

In una nazione come l’Italia, è impossibile sapere se le risorse messe a disposizione verranno usate entro fine giugno 2026. Rammentiamo che i precedenti bonus 2024 sono andati bruciati in pochi minuti, lasciando l’amaro in bocca ai consumatori. Di certo, siamo innanzi a incentivi senza programmazione pluriennale e senza il coinvolgimento di potenziali acquirenti forti: privati con ISEE più alto e imprese. Non c’è neppure la riforma della deducibilità delle auto aziendali. In definitiva, passata l’onda di questi bonus, secondo noi il mercato dell’elettrico tornerà a essere quello che è sempre stato in Italia, con la sua triste quota del 5%: una micro nicchia priva di colonnine veloci e di energia low cost.

Più libertà

Ci sarebbero piaciuti incentivi facili, certi, stabili, aperti a chiunque e alle termiche nuove e usate: dalle PHEV ibride plug-in a benzina, sino alle diesel ultra moderne. Prima l’occasione persa dei bonus per le stazioni rapide, ora quella persa per incentivi concreti e ficcanti. Grosso modo, è la linea incerta dell’UE: né un Piano Marshall pro BEV né un addio al ban termico con spinta per le macchine meno inquinanti e più sicure. Una via di mezzo tipicamente europea. Da burocrazia pesante.

X