Rivoluzione Stellantis: ha sospeso un piano contestato per la revisione della struttura legale della sua rete di concessionari in quasi tutta Europa, riporta la Reuters. I rivenditori in Austria, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi continueranno a passare al modello di agenzia. La fonte è il responsabile per la regione del Gruppo, Jean-Philippe Imparato (Chief Operating Officer of Stellantis Enlarged Europe), proprio mentre la multinazionale si prepara anche ad aggiornare un piano per rilanciare la produzione di veicoli in Italia.
Vecchia idea di Tavares per Stellantis: da concessionaria ad agenzia
Per ridurre i costi e sostenere gli investimenti a favore dell’auto elettrica, l’ex CEO Carlos Tavares ha lanciato nel 2021 un piano per porre fine ai precedenti contratti con i concessionari europei. Obiettivo: passare a un nuovo quadro distributivo basato su un modello di agenzia. Il manager lusitano ha lasciato il suo incarico a dicembre 2024, dopo il profit warning: sul breve le sue idee funzionavano, sul lungo davvero no. In un modello di agenzia, le Case automobilistiche assumono un controllo più diretto sulle transazioni di vendita e sui prezzi, mentre i concessionari si concentrano su consegne e assistenza e non agiscono più come partner contrattuale del cliente. Molti concessionari erano riluttanti ad apportare il cambiamento, affermando che stava comprimendo i loro margini sulle vendite di veicoli.
Intervenendo a un evento per concessionari a Verona, in Italia, Imparato ha affermato che Stellantis stava sospendendo il piano in Europa, con le reti di vendita che mantenevano il tradizionale quadro normativo, a eccezione di Austria, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, dove la transizione al nuovo quadro normativo era già stata avviata nel 2023.
Le parole di Imparato
“Tenendo conto dell’incertezza dell’intero panorama automobilistico e delle peculiarità degli altri mercati europei, Stellantis ha condiviso con i rappresentanti dell’Associazione Europea dei Concessionari l’opportunità di sospendere per il momento l’implementazione del modello Retailer in altri Paesi europei, proponendo di passare da un accordo di durata limitata a uno a tempo indeterminato, al fine di rafforzare ulteriormente la cooperazione”, ha detto il manager francese.
La legittima paura dei concessionari trasformati in agenzie: meno soldi e meno potere
La sospensione del controverso piano di revisione della struttura legale della rete di concessionari nella quasi totalità del continente è un’inversione di marcia rispetto alla strategia precedentemente delineata sotto la guida del CEO portoghese. Più in dettaglio, in un sistema di agenzia, la Casa assume un controllo più stringente sull’intero processo di vendita, definendo direttamente i prezzi dei veicoli e gestendo le transazioni. Ai concessionari spetterebbe un ruolo focalizzato sulla consegna delle auto; più assistenza post-vendita e gestione del rapporto con il cliente nella fase finale dell’acquisto.
Oggi, concessionari come intermediari indipendenti con potere decisionale sui prezzi e sulle condizioni di vendita; domani, ruolo molto diverso. Tuttavia, la prospettiva di una simile trasformazione era ed è indigesta ai venditori. Che vedono anche una potenziale compressione dei margini di profitto derivanti dalla vendita di veicoli, attività che rappresenta una parte significativa del loro business. La paura? Essere relegati a meri esecutori di direttive centrali, perdendo la capacità di influenzare le dinamiche commerciali a livello locale. Quindi meno soldi e meno potere.
Inversione a U
La decisione di sospendere ‘’implementazione del modello di agenzia nella maggior parte dei Paesi europei significa una cosa: migliorare i rapporti dei vertici con i venditori. Un’inversione a U rispetto alle politiche dirigistiche di Tavares. Sì a un approccio più pragmatico e meno centralizzato, tenendo in considerazione le specificità dei singoli mercati e i desideri dei partner.
Le richieste di Imparato all’UE
Il manager ha affermato che Stellantis avrebbe presto inoltrato richieste all’Unione Europea per sostenere la produzione automobilistica nella regione. Il problema? Elevati costi del lavoro e dell’energia, regolamentazione complessa. Le richieste includeranno un programma di rottamazione a livello UE per contribuire alla sostituzione dei veicoli con più di 10 anni e contributi pubblici per la produzione di batterie per veicoli elettrici in Europa pari a 40 euro per kilowatt, pari a quasi la metà dei costi di produzione totali.
Vogliamo però ricordare che il Piano d’Azione UE per l’auto è fumoso: c’è solo qualcosa sulle multe per le emissioni. Per il resto, tante parole e poca concretezza. D’altronde, il Green Deal è del 2019; arduo che in poche settimane si aggiusti una situazione diventata pesantissima in sei anni.

Stellantis in Italia, il punto
In Italia, Stellantis presenterà presto un aggiornamento del piano annunciato a dicembre per aumentare la produzione automobilistica nel Paese. “Da allora sono cambiate alcune cose”, tra cui la decisione dell’UE di concedere alle Case automobilistiche tre anni per conformarsi alle norme sulle emissioni inizialmente previste per il 2025: manca solo l’ok finale. Poca roba, ma è già qualcosa. L’aggiornamento, volto a migliorare il piano per l’Italia, includerà settori come i motori, così come il marchio Maserati di Stellantis in difficoltà, ha aggiunto. “Ne discuteremo presto con il governo e poi lo presenteremo, a giugno, o anche prima”.
Intanto, chiosiamo noi, nel Belpaese zero incentivi, pochissime colonnine, energia alle stelle, produzione auto ai minimi storici, solo 300.000 elettriche circolanti, mercato nuovo ristagnante e boom delle diesel usate over 10 anni.
Dopodiché, è chiaro a nostro avviso che la palla passi al futuro CEO in arrivo per metà 2025: da capire anche come agire in materia di sovrapposizione di marchi Stellantis. Che si confronta con una realtà di mercato in Italia molto preoccupante, un’Europa pigra, i dazi USA e l’invasione totale della Cina con le termiche a benzina ibride plug-in prim’ancora che con le elettriche.
E comunque la transizione da un modello di concessione tradizionale a un sistema di agenzia è un cambiamento con infiniti aspetti legali, contrattuali, operativi e tecnologici: operare oggi questa riforma è davvero dispendioso sotto ogni profilo. Opportuno per mille motivi stopparsi. Magari in Austria, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi può funzionare, lì dove i redditi sono alti e si acquista una macchina nuova (cara come il fuoco, di qualsiasi Gruppo e marca) più a cuor leggero.