Tavares post de Meo nel toto-CEO Renault: ipotesi elettrizzante

L’ipotesi di Carlos Tavares al comando di Renault, a seguito delle dimissioni di Luca de Meo, è suggestiva: così il Gruppo francese scommetterebbe forte sull’elettrico.
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Toto-CEO Renault: Tavares post de Meo. Il top manager italiano ha rassegnato le dimissioni da capo del Gruppo, con effetto dal 15 luglio 2025. Secondo diverse fonti, de Meo si sposterà nel settore del lusso, assumendo la guida del gruppo Kering (che include marchi come Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta). Col suo addio, potrebbe a nostro avviso farsi strada l’ipotesi Carlos Tavares, ex CEO Stellantis. 

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Tavares post de Meo nel toto-CEO Renault: perché

1) Tavares ha un passato in Renault, avendo ricoperto il ruolo di Chief Operating Officer prima di lasciare il gruppo nel 2013.
2) Il lusitano ha dimostrato di essere un manager capace di risanare e far crescere grandi Gruppi automobilistici, come ha fatto con PSA (prima della fusione con FCA) e poi con Stellantis stessa.
3) Il portoghese crede nell’elettrico. Infatti, ha sempre detto sì alle multe UE di 16 miliardi di euro alle Case troppo inquinanti. Sostenendo che era troppo tardi per tornare indietro.
4) Per Tavares, sarebbe una sorta di puntata numero due: nella prima, forse non tutto era filato liscio per quanto riguardava i rapporti col collega Carlos Ghosn. Nel 2011, da CEO Renault, era il secondo dirigente del libanese e suo braccio destro.

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In alternativa, ecco Wayne Griffiths, ex CEO di Seat e Cupra che aveva lasciato a sorpresa il suo incarico. 

Di contro, Tavares non pare essere adorato da Macron. Premesso che lo Stato francese è azionista del gruppo Stellantis ma soprattutto di Renault, quando si parlava di fusione si faceva il nome di de Meo, non del lusitano.

I droni dell’Eliseo

Nei giorni scorsi, secondo indiscrezioni riportate dalla stampa francese e poi confermate dal gruppo dell’auto, l’esecutivo Macron avrebbe sollecitato Renault a valutare un ingresso nel settore della difesa. In particolare, l’Eliseo punta alla produzione di droni, anche con potenziali progetti industriali direttamente in Ucraina. Chissà, magari qualcuno non era d’accordo, e qualcun altro in futuro potrebbe dire sì.

Le tendenze UE

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Quest’idea diabolica ha un odore stantio: già in passato s’è parlato di riconversione dell’industria automotive in militare. Specie per le fabbriche VW in Germania si sussurrava di un anomalo passaggio – in estrema scioltezza – dall’auto al carro armato. In Italia, il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha espresso la volontà di supportare le aziende della filiera automotive nella diversificazione e riconversione delle attività verso settori in crescita, tra cui difesa, aerospazio e cybersicurezza.

Renault: cosa accadde con Ghosn

Il 14 agosto 2013, Tavares disse: “In un certo momento, si hanno energia e appetito per diventare numero uno. La mia esperienza sarebbe preziosa per qualsiasi produttore”. Di qui la rottura con Ghosn, il cui mandato presso Renault-Nissan scadeva a maggio 2014. Il  29 agosto 2013, il portoghese annunciò le sue dimissioni poiché non aveva prospettive di diventare numero uno, riferendo di aver rifiutato la richiesta di Ghosn di scusarsi con il personale per la gaffe.

Renault a zero profit warning con de Meo

La partenza di de Meo segna la seconda uscita di un dirigente di una casa automobilistica europea in sei mesi, dopo le dimissioni proprio di Carlos Tavares da Stellantis, in un momento in cui il settore in Europa sta vacillando a causa dei dazi commerciali del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e della forte concorrenza dei rivali cinesi. De Meo è entrato in Renault provenendo da Volkswagen nel 2020, un anno in cui la Casa automobilistica francese ha registrato perdite record a seguito del calo delle vendite causato dalla pandemia.

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Negli anni successivi, ha avviato ampi tagli ai costi che hanno drasticamente ridotto l’organico e la capacità produttiva in tutto il mondo, trasformando l’azienda in un’azienda più piccola ma più agile. Ha anche supervisionato una profonda riorganizzazione del rapporto decennale, ma spesso difficile, di Renault con la giapponese Nissan. L’attenzione di Renault ai mercati europei l’ha ampiamente protetta dagli sconvolgimenti legati alle politiche commerciali statunitensi che case automobilistiche tedesche come BMW e Mercedes-Benz stanno affrontando.

Renault è stata una delle poche società automobilistiche a non aver emesso un profit warning lo scorso autunno. Le sue azioni sono aumentate di circa il 90% negli ultimi cinque anni, diventando la casa automobilistica con le migliori performance in Europa. La rivale Stellantis è salita del 15% e VW è scesa del 38%. Viceversa, c’è stato un profit warning Stellantis con Tavares, specie perché Jeep aveva smesso di essere la gallina dalle uova d’oro.

Renault in discesa in Borsa: opportuno un nome nuovo

L’addio di de Meo ha fatto male in Borsa a Renault: a poche ore dalla notizia dell’improvvisa uscita del manager italiano, il titolo dell’azienda francese è in flessione a Parigi. Sino a -7% attestandosi a 40,5 euro. La brusca discesa arriva all’indomani della conferma della partenza dell’amministratore delegato. “Luca de Meo lascia la Renault in mezzo al guado”, scrive la stampa francese con Les Echos. L’assenza di un successore designato lascia dubbi sulla governance nel breve: cala la fiducia degli investitori. Specie oggi che l’UE impone mille regole complicatissime e il passaggio al full electric, mentre si sente la pressione violent per l’avanzata dei costruttori cinesi.

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Il mercato attende con ansia la nomina del successore e la definizione dei nuovi piani, nella speranza che l’azienda mantenga lo slancio e continui il suo percorso di trasformazione.

Problema Nissan

Poi c’è da gestire la situazione Nissan. L’agenzia di stampa Nikkei ha riportato le dichiarazioni del CEO della Casa nipponica, Ivan Espinosa, secondo cui l’azienda giap intende ridurre la propria quota in Renault dal 15% al 10%, come già previsto dagli accordi di revisione dell’alleanza siglati a marzo. La cessione di un 5% varrebbe circa 640 milioni di dollari: Nissan userebbe il denaro per lo sviluppo di nuovi modelli. Un guaio manifestatosi dopo l’uscita di de Meo.

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