Truffa europea: ecco come Exide, FET e Rombat hanno tenuto alti i prezzi delle batterie

Alcuni fornitori si sono accordati su un sovrapprezzo legato al piombo, il materiale fondamentale per produrre batterie.
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La Commissione Europea ha inflitto una multa salatissima di 72 milioni di euro a un cartello di produttori di batterie per l’avviamento delle auto. Per più di 12 anni, l’americana Exide, l’italiana FIAMM Energy Technology (FET) e la rumena Rombat si sono accordate segretamente per mantenere artificialmente alto il prezzo di specifiche batterie, essenziali per i veicoli a combustione.

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Il meccanismo illegale era di una semplicità quasi imbarazzante, facilitato, inoltre, dall’associazione europea di categoria, EUROBAT, che ha stimolato l’uso coordinato dei prezzi del piombo pubblicati dalla rivista Metal Bulletin.

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In pratica, i fornitori si sono accordati su uno specifico sovrapprezzo legato alla valutazione del piombo, ovviamente il materiale fondamentale per produrre batterie, “invece di lasciare che i prezzi fossero determinati dalla normale concorrenza”. Un modo subdolo per rendere più alti i costi produttivi e, di conseguenza, il prezzo finale per il consumatore.

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Chi ha pagato il prezzo? Tutti, a partire dai produttori fino, ovviamente, a chi poi compra le auto. Exide è il fornitore di batterie per colossi come Volkswagen, BMW e Ford, mentre l’italiana FET vanta un rapporto storico con Fiat e Iveco, oltre ad accordi con Renault e Peugeot.

Come ha giustamente sottolineato la vicepresidente esecutiva Teresa Ribera, l’Unione Europea ha il dovere di garantire che le case automobilistiche e i cittadini possano contare su fornitori che agiscano in modo leale. La sanzione totale di 72 milioni di euro non è stata spartita equamente, grazie alla “Legge del Pentito”. L’azienda americana Clarios è stata coinvolta nelle indagini, ma ha giocato d’anticipo, denunciando il cartello all’autorità europea e ottenendo così la piena immunità.

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Gli altri hanno pagato cifre diverse. L’italiana FET e la rumena Rombat hanno fornito informazioni rilevanti alla Commissione, ottenendo uno sconto sostanzioso e pagando oltre 20 milioni di euro ciascuna. La multa più salata, circa 30 milioni di euro, è toccata ad Exide. Infine, all’associazione di categoria EUROBAT è stato richiesto il pagamento di 125.000 euro, quasi una “tassa” per il disturbo creato al libero mercato.