UAW lancia ShitcanCarlos.com: violento (e volgare) attacco del sindacato USA al capo Stellantis

Ippolito Visconti Autore News Auto
Stellantis sta affrontando problemi di manodopera su entrambe le sponde dell’Atlantico e l’UAW afferma che sarrebbe ora di sbarazzarsi di Carlos Tavares.
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Attacco violento del sindacato yankee contro il capo Stellantis Tavares: ShitcanCarlos.com. Come sapete, sta per “shit can” sta per “m….. in scatola”. Un sito più un video. A voi il giudizio sull’uscita dei rappresentanti dei lavoratori. Sì alle critiche al professionista (che rende conto agli azionisti), ok ad attribuire a lui le responsabilità della sconfitta (prende un sacco di soldi per assumersi le colpe), ma occorre a nostro giudizio equilibrio e moderazione. Eppoi lo stesso sindacato UAW ha firmato accordi tempo fa con Stellantis: se non fosse stato concorde col programma, avrebbe potuto dirlo prima nei modi corretti.

Sito e video non fanno sorridere. Tutto volgare. Brutta anche l’immagine della testa del manager portoghese nel cestino. No, non è così che si manifesta il dissenso. Che poi Tavares abbia commesso errori gravissimi o che sia sopravvalutato, questo si può discutere, così come in passato abbia avuto fortuna, la quale Dea Bendata gli ha girato le spalle svelando le sue debolezze. Ma serve una dialettica normale, senza eccessi. E ricordiamoci sempre che Stellantis non è un ente di beneficenza: è una società per fare profitti. Se gli utili scendono, il consiglio d’amministrazione decide il da farsi. Ora che la gallina dalle uova d’oro Jeep (Chrysler) in Usa non c’è più, sono dolori. Infatti, a fine mandato, nel 2026, arriva un nuovo ad. Infine, se il dirigente lusitano ha uno stipendio da nababbo, questa non è una sua colpa, piuttosto un suo merito.

No alle provocazioni da bar

Non è ammissibile che la dirigenza sindacale usi un approccio così grossolano. È un boomerang, che mina l’eventuale sostegno pubblico. Forza lavoro e alta dirigenza non possono essere in guerra: se lo sono, i loro prodotti sono meno attraenti. Già le auto Stellantis si vendono poco, se poi i potenziali clienti sono di fronte a queste tensioni così forti, scappano.

Se proprio devono volare gli stracci, che questo avvenga in una stanza chiusa, uno contro uno, a parole; o in tribunale. Non davanti a tutti. Questa è una provocazione da bar di un avventore uscito per strada a sfidare il rivale, è un insulto gratuito e infantile da asilo.

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Tavares nel mirino

Negli Stati Uniti, l’UAW ha rilasciato un nuovo video in cui condanna le promesse non mantenute dell’azienda. Ribadisce la sua richiesta che Stellantis si liberi di Carlos Tavares. L’uscita del video coincide con uno sciopero generale di un giorno dei sindacati italiani per protestare contro i significativi tagli alla produzione di Stellantis e il più ampio impatto sui lavoratori metalmeccanici in tutta Italia.

Il sindacato continua incoraggiando i lavoratori a votare sì alle votazioni di autorizzazione allo sciopero a causa dei ritardi presso Belvidere Assembly e del possibile trasferimento della produzione di Dodge Durango.

Tavares sotto attacco in Italia e States

In Italia, i sindacati hanno indetto il loro primo sciopero nazionale in 20 anni, con Stellantis nel mirino. L’UAW sta supportando le controparti italiane pubblicando un nuovo video e lanciando ShitcanCarlos.com. In America, i rappresentanti dei lavoratori bollano il ceo Carlos Tavares come fuori controllo. La protesta arriva poco dopo che l’azienda ha sospeso la produzione della 500e e ha annunciato che avrebbe temporaneamente interrotto la produzione nei suoi stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Termoli e Pratola Serra il mese prossimo. Ciò ha alimentato la rabbia nei confronti di Stellantis e l’AP riferisce che l’azienda, e i suoi predecessori, hanno tagliato la sua produzione italiana di quasi il 70% negli ultimi 17 anni. 

Cari sindacati e politici, troppo tardi

Comunque, sia i sindacati sia la politica sia l’allora governo Conte (Movimento Cinque Stelle e Pd) avrebbero potuto alzare un ditino all’epoca della fusione FCA-PSA. Con un minimo di intuito che quei soggetti devono avere, le cose si potevano prevedere: c’era spazio per opporsi. Con la supremazia numerica dei transalpini, la spinta dell’Eliseo, il no del profetico Marchionne anni prima: “Mai con la Francia”. Ad fu quello di PSA, cioè Tavares; il consiglio d’amministrazione di Stellantis espresso a maggioranza dall’azienda francese: degli undici membri, sei nominati da PSA e cinque da FCA. In futuro, con l’abbraccio di Renault, il disegno di Parigi potrà anche essere più vincente, da associare a una politica estera aggressiva: vedi la caduta di Gheddafi in Libia e gli incommensurabili vantaggi a favore della Francia a danno dell’Italia. I galletti erano, sono e resteranno i padroni dell’Ue (in parte con la Germania), come dimostrano l’auto elettrica e i dazi cinesi voluti da Macron.

In una dichiarazione congiunta, diversi sindacati italiani hanno affermato che ventimila lavoratori si sono uniti per “rilanciare il futuro dell’industria automobilistica in Italia e in Europa”. Hanno continuato dicendo che la crisi del settore automobilistico rischia di avere effetti devastanti sulla produzione e sull’occupazione e che sono urgentemente necessarie risposte dall’Unione europea, dal governo, da Stellantis e dalle aziende di componenti.

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