Volkswagen, a rilento Zwickau e Dresda: la dura realtà delle elettriche che non vuole nessuno

La decisione di Volkswagen sulla produzione a Zwickau e Dresda è un segnale che la crisi dei volumi di elettriche è lungi dal risoltversi.
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La Volkswagen, il gigante che si era impegnato a guidare l’Europa nell’era dell’elettrico, si trova ad affrontare un paradosso degno di un’amara commedia industriale. L’azienda ha già stabilito una necessaria riduzione della produzione in diversi dei suoi stabilimenti in Germania, una mossa giustificata dalla bassa domanda. Preoccupante quando oltre al rallentamento si agisce direttamente con “stop strategici”.

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La fabbrica di Zwickau e quella di Dresda, entrambe convertite o dedicate alla produzione di veicoli elettrici, sono state costrette a un arresto di una settimana conclusosi solo alcuni giorni fa, un sintomo inequivocabile di come la transizione all’elettrico non stia decisamente procedendo con la linearità attesa dal management.

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La realtà, amara per la strategia green di Wolfsburg, è che i magazzini si stanno riempiendo di elettrici invenduti, costringendo, appunto, a un rallentamento forzato. Zwickau, d’altronde, è ben lontano dalla piena capacità: delle 300 mila unità all’anno, al momento ci si ferma appena a 200 mila. Ma il quadro è reso ancora più surreale dalle dinamiche interne ad altri stabilimenti Volkswagen.

Parallelamente, nel sito storico di Wolfsburg, l’azienda si trova a dover gestire la produzione con grande cautela, non per un eccesso di auto elettriche, ma al contrario, per l’elevata domanda inaspettata dei suoi modelli a motore a combustione interna. Veicoli come la Golf, la Tiguan e la Tayron stanno dimostrando una resilienza sul mercato che mette in crisi la narrativa della loro imminente estinzione.

La dicotomia crea un cortocircuito: gli stabilimenti di auto elettriche si fermano per mancanza di ordini, mentre le linee di produzione termiche faticano a stare dietro alla richiesta, creando di fatto un collo di bottiglia che costringe l’azienda a bilanciare la capacità in modo schizofrenico.

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La decisione di ridurre la produzione a Zwickau e Dresda, due pilastri della strategia elettrica del gruppo, quindi, è un segnale preoccupante che la crisi dei volumi di elettriche è lungi dall’essere risolta. È forse il momento in cui la Volkswagen è costretta a riconoscere che il consumatore, se messo di fronte a un full-electric costoso o a un solido termico familiare, sta ancora scegliendo in massa la seconda opzione.