Se le auto non si vendono più come prima, allora magari si può provare con la difesa: questo il pensiero della holding di controllo per via del crollo degli utili (meno un terzo) di Porsche e Volkswagen. Per la precisione, Porsche Automobil Holding chiude i nove mesi con utili in calo del 36% per il rallentamento delle auto elettriche di Stoccarda e di VW. Ma anche perché in Cina il mercato è dominato dai marchi locali. Gravosi pure i dazi USA di Trump. Pertanto la società ottimizza il debito e punta alla diversificazione nel settore armi.
Porsche e Volkswagen: opzione difesa
La frenata di Porsche pesa sui conti di Porsche Automobil Holding, controllata dalle famiglie Porsche e Piëch, principale azionista sia della Casa delle auto di lusso sia del Gruppo Volkswagen. Nei primi nove mesi 2025 la holding ha registrato un utile di 1,6 miliardi di euro, in netto calo rispetto ai 2,5 miliardi dello stesso periodo del 2024 (-36%). La discesa dei profitti così forte genera timori per il futuro.
Il tutto dietro la spinta dagli aumenti strutturali della spesa militare in Europa. Il 5 novembre Porsche Automobil Holding ha organizzato un Defense Day per facilitare il dialogo con family office tedeschi ed europei interessati a investimenti. La strategia serve uscire da transizione elettrica lenta, concorrenza cinese spietata, approvvigionamenti difficili. Invece Rheinmetall e altri della difesa continuano a ricevere ordini record. Da quelle parti, si sente il profumo dei soldi.
I rapporti di forza
Porsche Automobil Holding detiene il 12,5% di Porsche e resta il principale azionista del Gruppo Volkswagen con il 31,9% del capitale e oltre la metà dei diritti di voto (53,3%). Comunwue ci sono progressi sul fronte della solidità patrimoniale. Il direttore finanziario Johannes Lattwein ha spiegato: il Gruppo ha ottimizzato la struttura grazie a operazioni di rifinanziamento e rimborsi anticipati. La holding ha infatti collocato un Schuldschein (specie di obbligazione) da 1,5 miliardi, utilizzato per rimborsare un prestito bancario e una tranche di un precedente Schuldschein del 2023. Il debito risulta stabile a 5 miliardi. A ottobre la società ha inoltre rinegoziato a condizioni migliori una linea di credito revolving ancora non utilizzata. Per l’esercizio in corso la holding prevede un utile rettificato dopo le imposte compreso tra 0,9 e 2,9 miliardi.

Dramma Green Deal auto elettrica in Germania
Il suicidio di Berlino – con le sue idee sinistroide nel 2019 e il Green Deal auto elettrica basato sulle emissioni allo scarico – adesso fa vedere le conseguenze negative. Pesantissime per disoccupazione specie nell’indotto auto, per la stabilità politica e sociale. Il tutto per non aver voluto seguire la logica delle emissioni durante il ciclo vita, in base alle quali la batteria avrebbe fatto una figuraccia innanzi a benzina e diesel. Le vecchie mode verdi dei dinosauri che affollano le lobby per influenzare le decisioni UE mostrano le conseguenze drammatiche.
Adesso il salto quantico per la Germania è complicatissimo. Dall’auto alla difesa, dalla mobilità alle armi. Con una piccola differenza. Il mondo è affamato di vetture per muoversi ovunque. Mentre le armi servono solo se ci sono guerre, o se si procurano allarmi di imminenti battaglie planetarie dovute a un qualche potenziale invasore, il quale mai ci ha invaso in passato.
