Addirittura un miliardo di euro perso per Porsche nel terzo trimestre 2025, contro un utile da 974 milioni un anno fa, come comunicato dalla Casa di Stoccarda. I risultati sono peggiori delle attese degli analisti. Pesano cinque fattori.
- Il flop elettrico europeo.
- La Cina, dove si vendono solo marchi locali.
- I dazi USA.
- Gli effetti straordinari connessi alla revisione della strategia industriale e al rinvio di nuovi modelli elettrici.
- Le svalutazioni legate alla piattaforma Ev e alle batterie hanno inciso per 1,7 miliardi di euro nel trimestre.
Nove mesi 2025 malissimo
Nel periodo gennaio-settembre 2025, Porsche ha generato 26,86 miliardi di ricavi, giù rispetto ai 28,56 miliardi del 2024. L’utile operativo si è ridotto a 40 milioni di euro, a fronte dei 4 miliardi dello scorso anno. Per sua fortuna, il flusso di cassa industriale resta però positivo a 1,34 miliardi, in miglioramento rispetto a 1,24 miliardi dei primi nove mesi 2024. Le consegne globali si fermano a 212.509 unità, in calo del 6%. Il problema principale resta la Cina, dove i volumi scendono del 25,6% a 32.195 veicoli. Qui davvero non si regge il ritmo della concorrenza sfrenata.
Il Nord America resta il primo mercato del marchio con 64.446 consegne, in crescita del 4,8%. Il mercato statunitense, però, con Trump ha introdotto nuovi dazi fino al 27,5% sulle auto europee – ridotti al 15% solo da agosto –: l’impatto sul risultato operativo è stato pari a 500 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno.
No al tutto elettrico
Come hanno fatto quasi tutti, Porsche ha innestato la retro rivedendo la propria strategia industriale: no all’elettrico totale, sì alla gamma a combustione e ibrida plug-in. Questo cambio di rotta si tradurrà in costi straordinari fino a 3,1 miliardi nel 2025. Si attende con ansia la cancellazione del ban termico 2035 UE con la vittoria delle PHEV a benzina ibride plug-in.
La società punta a rafforzare la propria posizione nella tecnologia delle celle: controlla il 76% di V4Smart GmbH & Co. KG, nata dalla partnership con Varta. Invece, i piani autonomi di espansione della produzione Cellforce sono stati ridimensionati, con circa 0,4 miliardi già a bilancio.

Il nuovo CEO per cercare di rilanciarsi: prima serve la forbice
Il 1° gennaio ci sarà il passaggio di consegne ai vertici: Michael Leiters, ex McLaren, subentrerà a Oliver Blume, che continerà così a occuparsi solo di Volkswagen. Il CFO Jochen Breckner ha definito il 2025 il punto più basso prima di un graduale recupero atteso dal 2026.
Il CEO di Porsche Oliver Blume, che è anche CEO della casa madre Volkswagen, cederà la carica più alta in Porsche all’ex CEO di McLaren Automotive Michael Leiters. Motivo: le critiche di lunga data da parte degli investitori sul doppio ruolo. “Dobbiamo presumere che le condizioni generali di mercato non migliorino nel prossimo futuro”, ha detto Breckner. Porsche prevede già di tagliare 1.900 posti di lavoro nei prossimi anni, oltre ai 2.000 licenziamenti per i lavoratori temporanei quest’anno, con un secondo pacchetto di misure atteso entro la fine dell’anno. No altri tagli di posti di lavoro: si decurtano salari e benefit. Sempre la forbice ci vuole, per iniziare.
