Auto elettrica: prezzi dell’energia record in Italia, classifica nell’Unione Europea a maggio 2025

Pessime notizie per chi ha un’auto a batteria: primato italiano per il prezzo dell’elettricità.
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Dolori veri per chi ha un’auto elettrica in Italia: nell’Unione Europea, a maggio 2025, nessuno ha i prezzi come da noi. Per GMK Center, siamo a 94,73 euro ogni MWh. MWh sta per Megawattora: unità di misura per indicare grandi quantità di elettricità. Un MWh equivale a 1.000 chilowattora (kWh). Prezzo dell’elettricità, comune nei mercati all’ingrosso dell’elettricità o per i grandi consumatori industriali. Da qui, pesantissime ripercussioni per fornitori, privati, aziende, stile effetto domino. I prezzi alla colonnina sono invece momentanei e influenzati da mille fattori, come abbonamenti strani che influenzano la media, falsandola un bel po’.

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Li mettiamo tutti in fila noi italiani. Questo si traduce in batoste quando si fa il pieno a casa con wallbox e con colonnina pubblica su strada. Ovvio che circolino solo 300.000 elettriche su 40 milioni di mezzi nel Belpaese, e che la quota mercato sia ridicola, con un 5% dovuto a super sconti per evitare multe UE e a km zero. Altrettanto chiaro che le Case auto (anche cinesi) stiano alla larga dalla nazione dove batte spesso il Sole.

Auto elettrica: prezzi dell’energia record in Italia, classifica nell’Unione Europea a maggio 2025

Prezzi elettricità nei Paesi UE: classifica

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Nell’UE, i prezzi medi mensili all’ingrosso del giorno prima hanno continuato a scendere a maggio nella maggior parte dei mercati europei. Secondo Ember, si sono registrati, in particolare, i seguenti andamenti.

Italia 94,73 €/MWh (-5,1% mese su mese);
Germania 65,85 €/MWh (-14,9%);
Svezia 37,98 €/MWh (+15%).
Francia 18,21 €/MWh (-56,7%);
Spagna 15 €/MWh (-43%);

Il calo dei prezzi dell’elettricità a maggio è stato generalmente trainato da un aumento della produzione di energia rinnovabile (eolica e solare) e da un crollo della domanda, nonostante le fluttuazioni dei prezzi del gas e delle emissioni di carbonio. Anche la maggior parte dei mercati europei ha registrato prezzi orari negativi durante il mese.

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“Dal punto di vista del settore energetico, i prezzi negativi sono negativi, ma i consumatori ne traggono beneficio. Per esempio, se consideriamo il prezzo dell’elettricità in Spagna e in Italia, notiamo una differenza significativa, che offre vantaggi ai produttori spagnoli”, ha affermato Andriy Tarasenko, analista capo di GMK Center. Gli spagnoli, non noi.

Elettricità da panico in Italia

In Italia ci troviamo quasi a sei volte tanto rispetto alla Spagna e cinque volte rispetto alla Francia: il divario, sebbene si riferisca ai prezzi all’ingrosso, ha un impatto sui prezzi finali al consumatore. Subito o sul medio e lungo termine. Quando leggi la bolletta di luce e gas e salti in aria dalla paura, che tu sia privato o a capo di un’azienda, adesso sai meglio perché.

Soluzione auto elettrica: fai trionfare la Cina

Il Green Deal auto elettrica 2019 ha un esito paradossale, che fa sorridere Pechino. Uno: le full electric meno care e con batterie più efficienti sono quelle cinesi. Due: per liberarsi della schiavitù elettrica, si possono montare pannelli solari. Tutti cinesi. È il jolly del Dragone per tutti gli italiani che se lo possono permettere: spendi parecchio subito, ma poi sei un uomo libero. Bisogna avere la forza e il coraggio di avere pazienza per ammortizzare l’investimento iniziale. Nel frattempo, gli alti funzionari oltre la Grande Muraglia festeggiano.

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Relativamente all’Italia, se aspetti i soldi europei del PNRR da piazzare nelle colonnine pubbliche veloci, fai in tempo a cambiare otto auto elettriche: i 600 milioni di euro preziosissimi per le stazioni rapide sono stati usati per futuri incentivi, in quanto ai bandi non ha partecipato nessuno. E se attendi che i fornitori si facciano la guerra delle tariffe, i tempi si allungano ancor più: gli operatori sono pochissimi e quindi con enormi spazi di manovra. Al massimo, puoi avventurarti nei piani tariffari provvisori cercando qualcosa di miracoloso che faccia al caso tuo: auguri, si chiama marketing di confusione.

Retromarcia Germania dal tutto verde

Dopo le illusioni green, che portano disoccupazione, instabilità sociale e perdita di consenso, la Germania sta già attenuando la sua posizione dura su questo tema. Pertanto, il governo Merz – dice GMK Center – smetterà di ostacolare gli sforzi della Francia per trattare l’energia nucleare alla pari delle fonti di energia rinnovabile. Lo hanno riferito funzionari di entrambe le parti. Circa il 70% dell’elettricità francese proviene dai 56 reattori nucleari del paese. In precedenza, i tedeschi, insieme ad Austria, Portogallo, Danimarca e Paesi Bassi, si erano opposti alla classificazione dell’energia nucleare come sostenibile a livello di blocco. 

Altri tempi, aggiungiamo, quand’ancora la sinistra iper verde era ossessionata dai sogni ecologici: col crollo dei voti, c’è l’inversione a U. Sempre in nome della Terra, e non della poltrona.

Rinnovabili e black out, che paura

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Il blackout nella Penisola Iberica di aprile ha riacceso il dibattito sull’agenda europea per le energie rinnovabili e il rilancio dell’energia nucleare, riporta il Guardian. In Spagna, questo ha esacerbato il dibattito sui piani del governo di smantellare gradualmente i sette reattori nucleari rimanenti del Paese entro il 2035. Al momento dell’interruzione di aprile, il sistema elettrico spagnolo dipendeva da fonti di energia rinnovabile per circa il 70%, il che, secondo gli esperti, potrebbe rendere difficile per l’operatore mantenere una frequenza di rete stabile. Tuttavia, questa ipotesi è stata successivamente respinta dal Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez. Almeno per adesso. Si vedrà.

A passo di lumaca

La Commissione europea ha presentato la sua valutazione dei Piani Nazionali per l’Energia e il Clima (PNEC) degli Stati membri dell’Unione. I Paesi che non hanno ancora esibito i loro PNEC aggiornati sono Estonia, Belgio e Polonia. Con calma. Che fretta ci sarà mai?

Situazione delicatissima

Abbiamo l’UE che sta alla larga dal gas russo, col boom conseguente dei prezzi dell’oro blu e dell’elettricità. La guerra Israele-Iran che rischia di far decollare il costo di petrolio e benzina. Non siamo in ottimi rapporti con gli USA, i quali potrebbero venderci sia gas sia petrolio.

Ucraina da monitorare: altro collegamento alle centrali nucleari

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In Ucraina, il prezzo medio ponderato per l’acquisto e la vendita di energia elettrica è aumentato dello 0,6% su base mensile, raggiungendo 98 €/MWh. Il presidente della commissione, Yuriy Vlasenko, ha suggerito che il Dipartimento del Mercato dell’Energia avvii la procedura di revisione a breve termine per rispondere tempestivamente alla situazione nel Paese, comprese quelle legate alla guerra. Il 27 maggio, i tecnici ucraini hanno collegato alla rete un’altra unità di una delle centrali nucleari dopo la manutenzione preventiva programmata, che aggiungerà 1000 MW di capacità alla rete. Questa è la seconda unità di una centrale nucleare a essere sottoposta alle necessarie riparazioni quest’anno e diverse altre erano in preparazione per la riparazione alla fine di maggio.

Stoccaggio gas: cosa fa l’UE per pararsi le spalle

Secondo la piattaforma AGSI, gli impianti di stoccaggio del gas europei erano pieni al 48,8% al 1° giugno 2025 (rispetto al 70% alla stessa data nel 2024). L’8 maggio, gli eurodeputati hanno approvato la proposta della Commissione Europea di estendere il regime di stoccaggio del gas dell’UE dal 2022 alla fine del 2027. Hanno inoltre proposto di ridurre il tasso di occupazione obiettivo dal 90% all’83%, che dovrebbe essere raggiunto in qualsiasi momento tra il 1° ottobre e il 1° dicembre di ogni anno. Stando alla proposta, gli Stati membri sarebbero autorizzati a discostarsi dal tasso di occupazione obiettivo fino a quattro punti percentuali in caso di condizioni di mercato sfavorevoli (interruzioni dell’approvvigionamento o elevata domanda). Riserve di gas significative, scrive il Financial Times, sono un fattore cruciale per stabilizzare i prezzi e ridurre il rischio che i paesi debbano competere sul mercato libero durante i picchi di domanda invernali. Da capire se sul medio e lungo termine la situazione regga.

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