Auto ibride plug-in sono le peggiori dal punto di vista ambientale?

Avatar photo
Auto ibride plug-in

Le auto ibride plug-in come la nuova Toyota Prius del 2023 sono un ottimo punto di ristoro per i conducenti che non sono del tutto pronti ad abbracciare le caratteristiche di un veicolo elettrico. La maggior parte offre da 30 a 50 chilometri di autonomia in modalità elettrica, il che significa che i proprietari possono fare il loro tragitto giornaliero per andare al lavoro e usare la benzina solo nei fine settimana per i viaggi più lunghi. In teoria è fantastico, ma un nuovo studio dell’International Council on Clean Transportation (ICCT) mostra che i proprietari di veicoli ibridi plug-in non usano le proprie auto nel modo più efficiente possibile.

Utilizzando i dati sul consumo di carburante riportati da Fuelly.com e la distanza percorsa a motore spento raccolti dal California Bureau of Automotive Repair (BAR), lo studio stima che il numero di chilometri in modalità elettrico puro percorsi dai proprietari di PHEV sia compreso tra il 25% e il 65% inferiore a quanto suggerisce il programma di etichettatura EPA. Senza essere ricaricata quotidianamente, il consumo di carburante nel mondo reale è superiore di circa il 42% al 67%.

Auto ibride plug-in

Auto ibride plug-in: come si spiega l’automento dei consumi?

I PHEV possono raggiungere un’eccellente efficienza del carburante se collegati ad una presa elettrica quotidianamente perché possono spegnere il motore e non bruciare benzina. Tuttavia, quando vengono guidati con una batteria scarica, il motore è costretto a sopportare il peso di un motore elettrico e una batteria senza poter fare affidamento su di essi rispetto a un ibrido standard.

I set di dati analizzati qui comprendono una varietà di modelli di dimensioni campione comparabili, che suggeriscono fortemente una deviazione diffusa dalla quota di guida elettrica dell’etichetta EPA. Tuttavia, poiché i PHEV sono ancora una piccola quota della flotta esistente e delle nuove vendite, tutte le fonti di dati per data può essere intrinsecamente sbilanciata verso i primi utilizzatori“, si legge nello studio.

PHEV bianca

Lo studio suggerisce che l’EPA dovrebbe dare un’occhiata più da vicino alle abitudini di guida dei proprietari di auto ibride plug-in utilizzando “requisiti di segnalazione diagnostica di bordo“. Raccomanda inoltre un requisito minimo di autonomia elettrica simile ai crediti a emissioni zero nel regolamento Advanced Clean Cars II. L’aggiunta di requisiti come potenza/autonomia elettrica minima, dimensioni massime del serbatoio del carburante, ricarica rapida e prestazioni minime in condizioni di funzionamento a freddo potrebbe migliorare notevolmente i PHEV. Questo studio è stato condotto in California, ma il discorso è valido anche per quanto riguarda le vetture utilizzate in Europa e quindi in Italia: in pochi hanno l’accortezza di caricare quotidianamente il proprio veicolo.

 

Seguici con Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle notizie Automotive Clicca Qui!

  Argomento: