Auto Italia choc in 10 punti a ottobre 2025

Mercato stagnante, parco circolante vecchio e insicuro: l’Italia dell’auto fa una figuraccia in Europa.
Auto Italia choc in 10 punti a ottobre 2025 Auto Italia choc in 10 punti a ottobre 2025

Con un mercato auto italiano di settembre 2025 drammatico, ottobre sarà uno choc per il nostro Paese. Al di là delle lobby verdi e dei media compiacenti che urleranno al boom dell’elettrico grazie agli incentivi in partenza a metà mese, saranno in realtà dolori. Un po’ per il Green Deal BEV 2019 voluto dalla Germania, che ora fa una tardiva retromarcia con la disoccupazione dilagante che fa crescere la destra e il cavallo di Troia ibrido, un po’ perché la tendenza della politica nostrana (di ogni schieramento con governi di qualsiasi colore) dà la colpa di tutto a Bruxelles.

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Auto Italia choc in 10 punti a ottobre 2025: quali

  1. Mentre il parco auto cresce anche per colpa di mezzi pubblici inefficienti e devastati dagli scioperi continui, le macchine sono sempre più vecchie. Pericolosissimo per sicurezza stradale, costi sociali, RCA, smog. Siamo a 41 milioni di vetture con età media di 13 anni. Cose da nazione del Quinto Mondo. Problema tragico al Sud, con le diesel over 10 anni che imperano grazie all’assenza di misure anti gasolio, che invece distruggono il gasolio al Nord. Meridione messo malissimo con l’evasione assicurativa che salirà tanto ancora. Alcuni, specie a Napoli, tentano di salvarsi con le auto a noleggio da società polacche, il che fa esplodere il numero di mezzi viaggianti oltre le statistiche.
  2. Le colonnine sono pochissime, distribuite male, spesso non allacciate, devastate dai ladri di oro rosso.
  3. Il prezzo dell’elettricità fa paura alle wallbox e alle stazioni pubbliche, in quanto si compra meno gas di alta qualità e di prezzo alto dalla Russia. Si salva in parte chi ha il fotovoltaico a casa, con opportunità di ricariche senza stress. 
  4. La quota di BEV è a un misero 5,6% del mercato. PHEV boom all’8,7% grazie fringe benefits. Complessivamente, a settembre la quota delle ECV (ricaricabili) si attesta al 14,3%. In Europa, veleggiamo tristemente fra gli ultimi.
  5. Gli incentivi di metà ottobre serviranno per comprare al massimo 40.000 BEV. Dopodiché, il nulla cosmico. Provvedimenti spot inutili e dannosi, che dopano il mercato.
  6. Quei 579 milioni di euro andavano usati per le colonnine veloci, preziose come l’ossigeno: siccome il bando è andato deserto, tutto viene indirizzato sulle vetture. È un affamato che anziché comprare pane per i prossimi 10 anni, va in un ristorante di lusso una sera e spende tutto quello che ha.
  7. Urge una riforma fiscale, specie per il noleggio a lungo termine, che tiene in piedi tutto.
  8. I numeri del mercato sono alterati dalle km zero anti multe, specie elettriche: a settembre il contributo delle reti concessionarie in termini di auto immatricolazioni è stato oltre misura, rappresentando da sole il 13% del totale, dice Federauto. Per Dataforce Italia, i privati non acquistano più e negli ultimi 3 giorni di settembre i canali del noleggio e delle autoimmatricolazioni tutti insieme hanno segnato quasi 27.500 immatricolazioni, un record rispetto a tutte le chiusure di settembre dall’anno del covid: troppa tattica e poco mercato”.
  9. Dovremmo eliminare dalla nostra testa l’UE e pensare al da farsi per colonnine, incentivi veri e strutturali, campagne di informazione a beneficio dei consumatori.
  10. Il dialogo fra filiera dell’auto e governo è scarso: la prima chiede, il secondo recepisce poco. Che sia di sinistra o di destra.