Europa svegliati: bando auto termica 2035, discorso all’UE da parte di Mario Draghi. Che torna a scuotere Bruxelles sulla transizione energetica e sulle normative per le vetture. Lo abbiamo ascoltato in diretta, trascrivendo le parti chiave sulle vetture. “Man mano che avanziamo con la decarbonizzazione, la transizione deve essere anche flessibile e pragmatica. La Commissione ha alleggerito alcuni degli obblighi di rendicontazione più gravosi attraverso il suo Omnibus sulla sostenibilità, ma in alcuni settori, come quello automobilistico, gli obiettivi si basano su presupposti che non sono più validi”.
Il ragionamento di Draghi sull’auto elettrica in sei passi
- La scadenza del 2035 per le emissioni zero allo scarico era stata concepita per innescare un circolo virtuoso. Servivano le infrastrutture di ricarica, e modelli elettrici più economici.
- Si prevedeva che settori correlati – batterie, microchip – si sviluppassero parallelamente, sostenuti da politiche industriali mirate.
- Questo non è avvenuto: l’installazione dei punti di ricarica dovrebbe accelerare di tre-quattro volte nei prossimi cinque anni per raggiungere una copertura adeguata.
- Il mercato dei veicoli elettrici è cresciuto lentamente.
- Le BEV sono care e la politica sulle catene di approvvigionamento è frammentata.
- Il parco auto europeo di 250 milioni di veicoli sta invecchiando e le emissioni di CO2 sono diminuite appena negli ultimi anni.
Quali soluzioni
- Per Draghi, la prossima revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 dovrebbe seguire un approccio tecnologicamente neutrale.
- Serve un approccio integrato per l’incremento dei veicoli elettrici, che tenga conto delle catene di approvvigionamento, delle esigenze infrastrutturali e del potenziale dei carburanti a zero emissioni di carbonio.
- Nei prossimi mesi, il settore automobilistico metterà alla prova la capacità dell’Europa di allineare la regolamentazione.
Lentezza esasperante
Sulle lentezza dell’Unione, ha chiosato Draghi, i cittadini ci vedono incapaci di tenere il passo con la velocità del cambiamento altrove. Sono pronti ad agire, ma temono che i governi non abbiano compreso la gravità del momento. Troppo spesso si cercano scuse per questa lentezza. A nostro avviso, Draghi si riferisce alla Cina, ma non solo.

Bando auto termica 2035: Europa svegliati, l’elettrico non lo vuole nessuno al mondo (tranne la Cina)
D’altronde, aggiungiamo noi, il drammatico 15% di quota mercato delle BEV in Europa, nonostante il doping delle km zero per le multe e degli ecobonus, dimostra che il Vecchio Continente vuole solo le termiche. Idem in USA, col mandato elettrico morto e sepolto grazie a Trump. Il Canada a ruota. Per quanto riguarda l’Africa, non se ne parla neppure. Resta la Cina, dove ci sono le condizioni affinché l’elettrico vada bene: colonnine veloci ovunque, guerra dei prezzi, elettricità a prezzi ragionevoli. Ma quello del Dragone è un mercato chiuso dove comandano i marchi locali. Ci sarebbe il Sudamerica, però non possiamo vendere l’impossibile lì.
Questo è stato il discorso a un anno dal primo. La nostra speranza è che l’anno prossimo sia stato fatto un passo avanti molto facile: abolizione del Green Deal auto elettrica 2035. Altrimenti, saremo qui ad ascoltare Draghi che dice come in due anni non sia cambiato nulla.