E-Car europea scopiazza le kei car asiatiche: dalla padella cinese alla brace nipponica

La possibile ventilata E-Car europea scopiazzerebbe le kei car asiatiche, specie giapponesi: si passerebbe dalla padella cinese con le elettriche del Dragone, alla brace nipponica.
e-car e-car

La misteriosa E-Car di cui nessuno sa nulla, ventilata in ipotesi durante un Dialogo Strategico del 12 settembre da cui è emerso il niente, sarebbe una scopiazzatura delle kei car asiatiche. Dopo che per decenni qualcuno ha canzonato la Cina sostenendo che è brava solo a copiarci, arriva l’Europa a fare altrettanto col Giappone. Saremmo in inferiorità tecnologica rispetto a Tokyo. Oggi, subiamo passivamente le sconfitte delle auto elettriche cinesi, enormemente superiori alle nostre per il vantaggio del controllo della filiera. Domani, passeremo dalla padella del Dragone alla brace nipponica.

Advertisement

E-Car europea, come sciupare due volte un patrimonio immenso

Questa sorta di macchinina – non si sa se elettrica o a benzina o ibrida o PHEV – a 27 stelle, specie di riproposizione della Trabant,  sarebbe la seconda sciagura. La prima col Green Deal auto elettrica, quando ci siamo consegnati (involontariamente) mani e piedi legati a Pechino. Eravamo i padroni del nostro destino con le termiche, il fascino del design, il prestigio in dimensioni di varie misure, con i trionfi nello sport e nella bellezza pura. Ora tentiamo di difenderci con gli extra dazi voluti dalla Francia di Macron super indebitata, in stile città medievale terrorizzata da quanto arriva dall’esterno. Tutto per seguire gli ecologisti che fingono di dimenticare le emissioni di CO2 causate dalla produzione dell’elettricità e dallo smaltimento delle batterie.

Advertisement

Il secondo passo – anziché tornare a difendere i nostri marchi – è copiare minicar malinconiche che in le aziende sparse in India e Giappone fanno mille volte meglio di noi. Adoriamo entrare in settori da perdenti. Ma con nomignoli allegri: Saci (Small Affordable Cars Initiative) per fare l’E-Car con la E di Europa e di Ecologia, Efficienza, Economia.

Le Case in un limbo

Per ora, le Case attendono. La lobby Acea ha detto: “Non abbiamo ancora chiarito tutte le divergenze né abbiamo le risposte a tutte le sfide”. D’altronde, se non è chiaro cosa sia l’E-Car, neppure le divergenze possono trovare soluzione. Si resta un un limbo nebuloso, una palude normativa. Ma prima o poi i costruttori dovranno prendere posizione in modo esplicito, qualora il ban termico 2035 venisse confermato.

commissione ue

Le illusioni dell’auto green muoiono all’alba

Mentre Cina, India e USA inquinano a più non posso, e noi europei (pur contando come il due di picche in fatto di emissioni mondiali) ci dissanguiamo con le BEV e altre favole verdi, che finiranno come nel caso dei pannelli solari (sovranità del Celeste Impero dopo le barriere doganali UE), puntiamo al contempo al riarmo in funzione anti Russia. Si stima che un aumento fino al 3,5 per cento del PIL della spesa militare da parte dei Paesi della Nato generi 1.320 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel prossimo decennio: fonte Scientists for Global Responsibility. Con tanti saluti alla famigerata auto elettrica europea che giocare un ruolo significativo nel raggiungimento dell’obiettivo climatico fissato a Parigi dieci anni fa, ossia limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. Le lobby green delle BEV europee, sventolando le loro bandiere arcobaleno sulle E-Car elettriche, potrebbero sempre opporsi al passaggio dei carri armati con una sfilza di terribili droni. Tutti rigorosamente elettrici.