Autovelox di Roma fanno 1.500 multe al giorno: come ricorrere

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Strage di multe dei quattro nuovi autovelox entrati in funzione a Roma dal 15 dicembre: 1.500 multe al giorno per sanzionare un’infrazione pericolosa come l’eccesso di velocità con limite di 70 km/h. Due dispositivi sono sull’asse viario della Tangenziale Est, nel tratto di via del Foro Italico, sia direzione San Giovanni (dopo 350 metri circa dalla rampa di immissione di viale della Moschea) sia verso lo stadio Olimpico (via della Foce dell’Aniene, 500 metri prima di viale della Moschea). Due su viale Isacco Newton, in entrambe le direzioni di marcia, altezza vicolo di Papa Leone.

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La legge degli autovelox vale per tutti, anche per i Comuni

Il Codice della Strada va rispettato. Un obbligo sia per gli automobilisti sia per i Comuni. A tale riguardo la Cassazione – con una dozzina di ordinanze – ha fissato un principio chiave: la multa da autovelox è valida se lo strumento è omologato, come impone la legge, ossia l’articolo 142 del Codice della Strada. Superiore gerarchicamente alle circolari ministeriali e alle interpretazioni di parte in base alle quali basta l’approvazione dei velox. Se poi qualcuno sostiene davvero di saperne più della Cassazione, saranno i Giudici di Pace a stabilire chi ha ragione.

Cosa scrivere nel ricorso

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Per qualsiasi autovelox, il censimento non basta: serve l’omologazione. Il fatto che il dispositivo sia censito è necessario ma non sufficiente. Occorre il decreto di omologazione del ministero delle Imprese: in base a quello, che non c’è e che si attende dal 33 anni (il Codice è del 1993), si farà l’omologazione. Neppure l’approvazione è sufficiente, come stabiliscono il Codice e la Cassazione. Ogni volta che si è andati innanzi agli Ermellini, i Comuni hanno perso di brutto.

Evidenziate il punto chiave

Nell’affrontare la questione della validità delle sanzioni amministrative irrogate per il superamento dei limiti di velocità, accertata con l’uso delle apparecchiature automatiche autovelox soltanto approvate ma non omologate, la Cassazione è ferma sulle sue posizioni: le stesse non possano costituire fonte di prova della violazione dei limiti di velocità. Manca la dimostrazione legale dell’infrazione. Ordinanza 10505 del 18 aprile 2024, più numerose altre analoghe.

Omologazione autovelox: cosa serve

L’approvazione è veloce e facile. Per l’omologazione, invece, è richiesto un accertamento, anche mediante prove, da parte dell’Ispettorato Generale per la circolazione e la sicurezza stradale del ministero dei Lavori pubblici. Che si avvale del parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Con specifico riferimento alla rispondenza e all’efficacia dell’oggetto. Procedura molto lunga e difficile: servono tempo e soldi. 

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Qualche Comune inizia a farsi due domande sui quattrini in materia di danno erariale

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Un Comune ha chiesto alla sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti un parere in relazione all’utilizzo dei dispositivi automatici di velocità approvati, ma non omologati. 

È legittimo continuare a eseguire accertamenti automatici della velocità, alla luce delle pronunce della Cassazione? Le spese liquidate dal Giudice di Pace a favore di ricorrenti nei casi di annullamento dei verbali, possono configurare un danno erariale? E chi mette i soldi per riparare il guaio? 

Risposta: domande cui la Corte dei Conti non replica. Perché si occupa di quesiti in materia di contabilità pubblica a carattere generale ed astratto. 

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Insomma, qualche piccola perplessità serpeggia fra gli Enti locali che usano gli autovelox non omologati. E non esiste che la Corte dei Conti dica: tranquilli, nessun danno erariale. La verità è che qui il bubbone è gigantesco. Nel 2026 ne vedremo delle belle.