Il Pacchetto Automotive della Commissione Europea per rilanciare l’industria locale, messa malissimo dopo aver abbandonato l’auto a benzina e diesel, scommette sul Battery Booster. Cos’è? Sono 1,8 miliardi di euro per le batterie auto elettriche Made in UE. Soldi anti Cina, per frenare la diffusione straordinaria di macchine a corrente BEV e ibride plug-in termiche di Pechino.
Batterie auto elettriche europee: scommessa azzardata
Immaginiamo gli alti funzionari del Celeste Impero quando apprendono questa notizia. Saranno “terrorizzati”. Uno choc emotivo innanzi addirittura a 1,8 miliardi di euro. Facciamo due conti.
Con 1,8 miliardi di euro, ci fai forse mezza Gigafactory moderna per creare batterie che vadano bene nel 2030 e 2035. Stop. Quindi l’UE coi soldi di mezzo sito intende stoppare l’avanzata del Dragone. Prima ci siamo suicidati uscendo da benzina e diesel. Poi cerchiamo di risorgere con due spiccioli.
Una singola Gigafactory con una capacità di circa 40 GWh (sufficiente per alimentare circa 500.000 auto l’anno) richiede un investimento mostruoso. Attorno a 3,5 miliardi di euro. Northvolt (Svezia) ha raccolto oltre 13 miliardi di dollari in finanziamenti totali per sviluppare le sue operazioni. Poi è morta, ma questo è un altro discorso.
Aprire una miniera da zero (Greenfield) è un processo che dura dai 10 ai 15 anni e richiede capitali immensi prima ancora di estrarre un grammo di materiale. Un progetto di medie dimensioni richiede tra 500 milioni e 1,5 miliardi di euro. Thacker Pass negli USA ha un costo stimato di 2,3 miliardi di dollari.
I minerali grezzi non servono a nulla se non vengono raffinati in materiali di grado catodico. La Cina controlla quasi l’80% di questa fase. Un impianto di raffinazione litio costa 400-600 milioni di euro. Un impianto moderno può aggirarsi su un miliardo di euro a causa della complessità chimica e delle normative ambientali.
L’esempio di Cina e USA
Tra il 2009 e il 2023, Pechino ha iniettato circa 230 miliardi di dollari in sussidi e supporto alla sola industria delle auto elettriche.
Con Sleepy Biden, gli USA (Inflation Reduction Act) hanno messo sul piatto circa 370 miliardi di dollari in crediti d’imposta e prestiti per l’energia pulita e la produzione domestica. Adesso Trump ha stoppato tutto.
Non ci siamo
Non è così che si accelera lo sviluppo di batterie prodotte nell’UE affrontando i punti di strozzatura lungo l’intera catena del valore e sostenendo l’intero ecosistema delle batterie. Il dispositivo di incentivazione non rafforza l’approvvigionamento a monte di materiali in Europa, non fornisce sostegno finanziario agli investimenti e all’innovazione, non garantisce condizioni di parità per le batterie prodotte nell’UE.

Serve un Piano Marshall
Il settore delle batterie è un pilastro della strategia industriale auto UE. Oltre a consentire l’elettrificazione dei trasporti, sostiene la resilienza economica e la sicurezza dell’Europa riducendo la dipendenza dai combustibili fossili importati e dalle tecnologie critiche di paesi terzi.
Lo sviluppo di una catena del valore delle batterie forte, circolare e ancorata localmente rafforza l’autonomia strategica, salvaguarda i posti di lavoro industriali e garantisce che l’UE possa competere a livello globale mantenendo il controllo sulle catene di approvvigionamento. Ma serve un Piano Marshall per l’auto elettrica. O tornare la termico. La via di mezzo è perdente.
