Biocarburanti auto in Brasile: dagli Emirati 13,5 miliardi di dollari

Ippolito Visconti Autore News Auto
Mentre in Ue si combatte la guerra elettrico-benzina, gli Emirati arabi investono 13,5 miliardi di dollari nei biocarburanti auto in Brasile.
Biocarburanti auto in Brasile

Mentre in Europa si combatte la guerra fra elettrico e benzina, con Bruxelles tardivamente terrorizzata dalla Cina, gli Emirati arabi investono 13,5 miliardi di dollari nei biocarburanti auto in Brasile: da spalmare in 10 anni, da qui al 2024. L’importo colossale rientra in un piano per costruire cinque bioraffinerie nel Paese carioca, per produrre biocarburanti e cherosene sostenibile (Saf). Non è un gossip automotive, ma un annuncio ufficiale in pompa magna di Oscar Fahlgren, responsabile per il Brasile di Mubadala Capital, in un’intervista al Financial Times. Parliamo del braccio operativo del fondo sovrano degli Emirati, con delega a estrarre dalla borsa una montagna di dollari purché ci sia profitto. Cifre astronomiche da mettere sul piatto affinché diventino ancora più gigantesche, con una serie di scommesse da vincere sul medio e lungo periodo.

Biocarburanti auto in Brasile

Il piano verrà affidato alla società energetica Acelen, compagnia petrolifera (petrolio e gas naturale) della nazione verdeoro. Cinque i “moduli” da 2,7 miliardi di dollari ognuno: produzione al via entro la fine del 2026. Ogni modulo vedrà la costruzione di una bioraffineria capace di buttare fuori addirittura 20.000 barili di carburante al giorno. 

Biocarburanti auto in Brasile

Parallelo fra Brasile e Abu Dhabi

A sigillare il mastodontico progetto, le sagge parole di Fahlgren: “Il Brasile sta all’agricoltura, come Abu Dhabi sta al petrolio”. Per non farsi mancare nulla, nel piano c’è pure la conversione di una raffineria esistente nello Stato di Bahia, acquisita da Petrobras nel 2021.

Quei biocarburanti che piacciono alla Meloni

Si tratta proprio di quei biocarburanti che piacciono alla Meloni: li proponeva all’Ue come alternativa all’elettrico puro. E perché il costo per il consumatore finale è basso. Siccome il peso specifico dell’Italia nell’Unione è quasi nullo, ha stravinto la potentissima Germania coi suoi e-fuel. Ma se il Brasile segue la strada del premier italiano, vuol dire che il numero uno di Fratelli d’Italia torto del tutto non aveva. Alla fine, trattasi di combustibili ottenuti lavorando fonti vegetali. Carburanti naturali. Completamente neutrali dal punto di vista della CO2? No. Ma la abbattono dell’88%. Tuttavia, l’Ue, per giustificarsi, fa notare che aumentano le emissioni di gas nocivi quali ossidi di azoto (NOx), monossidi di azoto (CO) e idrocarburi incombusti (CO). E aggiunge che si consuma molta terra coi biocarburanti. Da notare tuttavia che le batterie delle elettriche nel loro ciclo di vita non sono neutrali.

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