Si chiama BYD Blade Battery il geniale strumento d’invasione planetaria auto. Mezzo con cui il gigante cinese vende tantissimo nel mondo sia le macchine PHEV a benzina termiche con motore a combustione e accumulatore ricaricabile sia le BEV elettriche. Parliamo di un Gruppo che sforna NEV, auto a nuova energia, e non di un produttore di sole elettriche (fake di siti e social). Stando al colosso di Shenzhen è la batteria più affidabile, duratura e resistente sul mercato. L’azienda certifica tutto con test precisi e – nella guerra degli accumulatori – se la vede col leader globale, l’altrettanto affamato CATL, cinese anch’esso. Entrambi profittano giustamente delle scelte anomale UE, col ban termico 2035. Non è una colpa essere più bravi: inutile poi piazzare dazi anti Celeste Impero per poi lamentarsi dei dazi di Trump.


La chimica della batteria Blade
Utilizza il fosfato di ferro e litio (LFP) come materiale catodico: maggiore resistenza alle temperature estreme, vita utile più lunga e una maggiore stabilità rispetto a quelle tradizionali agli ioni di litio. Zero cobalto, a beneficio della sostenibilità.
Sulla versione PHEV a benzina termica ibrida plug-in, la tecnologia Super DM di BYD utilizza una versione su misura dell’innovativa Blade Battery: con una capacità di potenza che parte da 18,3 fino a 26,6 kWh, raggiunge un’autonomia fino a 125km di percorrenza completamente in elettrico.
Nail Penetration Test: cos’è
La Batteria Blade ha superato con successo il Nail Penetration Test, una delle prove più severe nel settore automotive: simula le conseguenze di un grave incidente e i rischi di fuga termica. Dove molte batterie tradizionali cedono, la Blade resta stabile: non prende fuoco, non esplode. Con la “prova di penetrazione col chiodo”, si simula uno degli scenari più pericolosi che un accumulatore può affrontare: la perforazione in caso di gravi incidenti stradali, dove oggetti appuntiti (come pezzi di metallo contorti o detriti) possono sfondare il pacco batteria, col rischio di cortocircuito, che provoca un rapido aumento della temperatura nella cella. C’è il pericolo di fuga termica (thermal runaway), una reazione a catena incontrollabile. In un’ipotetica linea temporale abbiamo incendio, accumulo di gas, pressione nelle celle, esplosione, propagazione, incendio più forte. Nella BYD Blade Battery le lunghe celle a lama contribuiscono a dissipare il calore in modo più efficace e a prevenire la propagazione della fuga termica tra le celle.
Perché la chimica LFP è considerata più sicura?
Consente una stabilità termica superiore. Il legame tra ferro e fosfato nel catodo LFP è molto più stabile e forte rispetto ai legami presenti nelle batterie NMC/NCA. Il materiale catodico LFP ha una struttura cristallina che rimane intatta anche sotto stress, contribuendo alla sua resistenza al surriscaldamento. E perché più sostenibile? Il ferro e il fosfato sono materiali molto più abbondanti sulla Terra e meno costosi rispetto al nichel e al cobalto. Si riduce (non si annulla) la dipendenza da catene di approvvigionamento complesse e spesso associate a questioni etiche e ambientali legate all’estrazione mineraria. Le batterie LFP tendono ad avere un numero di cicli di carica/scarica significativamente più elevato. La minore tossicità rende il processo di riciclo delle LFP più semplice. I critici avanzano qualche dubbio in merito a minore densità energetica, autonomia inferiore, maggior peso.
BYD Blade Battery: dov’è nell’auto, soluzione 1
La Blade Battery può essere inclusa nella struttura Cell-to-Body (CTB) integrando l’accumulatore nel telaio del veicolo, come per le vetture Seal, Sealion 7 e Atto 2: la parte superiore del pacco diventa il pavimento dell’abitacolo. Risultato: ottimizzazione degli spazi interni, rigidità strutturale superiore rispetto alle vetture tradizionali. Secondo effetto: si abbassa il baricentro, migliorando la dinamica di guida e offrendo maggiore sicurezza in caso di impatto.
BYD Blade Battery: dov’è nell’auto, soluzione 2
Per tutti gli altri veicoli elettrici BYD, quali ad esempio la Nuova Dolphine Surf, la Blade Battery è integrata nella e-Platform 3.0: prestazioni migliori per i NEV in termini di sicurezza e autonomia anche alle basse temperature.