BYD, uno dei protagonisti assoluti della rivoluzione elettrica in Cina, si trova in un momento critico. Dopo una svendita di azioni da 45 miliardi di dollari, la società sta affrontando un duro esame da parte degli investitori, preoccupati per la sua capacità di reggere l’urto in un mercato dominato da una guerra dei prezzi senza precedenti.
I titoli BYD quotati a Hong Kong hanno perso oltre il 30% rispetto ai massimi raggiunti appena pochi mesi fa, un tonfo che ha amplificato lo scetticismo sul futuro dell’azienda, già bersaglio di valutazioni ribassiste da parte degli analisti come non si vedeva dal 2022.

La strategia aggressiva basata su forti sconti, un tempo considerata vincente, oggi sembra logorare i margini e generare dubbi sulla sostenibilità di lungo termine. Nel solo secondo trimestre del 2024, l’utile è sceso del 30%, il peggior calo da oltre tre anni, segnale evidente che la corsa agli sconti ha un prezzo salato.
Allo stesso tempo, marchi emergenti come Geely e Leapmotor stanno conquistando consumatori con modelli più freschi e innovativi, mentre Pechino ha intensificato le restrizioni per limitare la cosiddetta “involuzione” competitiva, temendo effetti deflazionistici e danni all’immagine dell’industria nazionale.

Le difficoltà si riflettono anche sugli obiettivi di produzione. BYD prevede ora 4,6 milioni di consegne nel 2025, ben al di sotto del target precedente di 5,5 milioni. Per rispettare questa stima rivista, dovrebbe immatricolare 1,7 milioni di veicoli in soli quattro mesi, un’impresa ardua considerando l’invecchiamento della gamma e la pressione normativa. Tuttavia, il 2026 potrebbe segnare un punto di svolta grazie a nuovi modelli più competitivi, che dovrebbero rilanciare l’appeal del marchio.
Sul fronte internazionale, invece, lo scenario appare più roseo. Le vendite all’estero sono in crescita e Goldman Sachs stima che BYD possa superare il milione di unità entro il 2025, oltrepassando ampiamente le previsioni interne. A sostenere il titolo c’è anche una valutazione più contenuta: le azioni trattano a circa 17 volte gli utili futuri, meno della media storica di 20. Sarà fondamentale l’impatto dei prossimi lanci, attesi con sistemi di guida autonoma avanzati, batterie più performanti e un design rinnovato.