BYD vs Stellantis: battaglia sul numero di auto vendute

Ieri l’AD Stellantis Antonio Filosa aveva dichiarato: in Germania “Leapmotor ha venduto più di BYD”. Che replica polemicamente.
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BYD vs Stellantis, che battaglia sui dati di immatricolazione. Ieri l’AD Stellantis Antonio Filosa aveva dichiarato: in GermaniaLeapmotor ha venduto più di BYD”. Con Leapmotor che si può considerare una specie di ennesimo marchio della galassia di brand del Gruppo euroamericano, il quale ha l’esclusiva per vendere auto della Casa cinese al di fuori della Cina. Oggi, Build Your Dreams replica: da gennaio ad agosto 2025, per la società di Shenzhen 8.610 immatricolazioni nel mercato tedesco, contro le sole 3.536 di Leapmotor. 

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BYD vs Stellantis, scontro di numeri

BYD ha immatricolato 5.852 BEV e 2.757 PHEV, superando Leapmotor che si è fermata rispettivamente a 3.088 e 448. Pertanto, dice l’azienda, c’è il sorpasso ai danni sia di Leapmotor sia di alcuni altri singoli marchi Stellantis. Infatti Alfa Romeo in Germania ha immatricolato 5.226 unità, di cui solo 140 vetture elettriche e 34 plug-in hybrid. BYD non batte in volume totale Jeep, ma solo per le elettriche e per le plug-in. Siccome però la differenza è di 278 vetture, quindi è probabile che entro fine anno arriverà il sorpasso, grazie alla Dolphin Surf.

BYD vs Stellantis

BYD scatenata in Europa

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BYD avvierà la produzione nello stabilimento ungherese quest’anno; i primi 300 caricatori ultraveloci da un MW saranno operativi in ​​Europa nel 2026. Il primo modello ad essere prodotto nello stabilimento in terra magiara sarà la Seagull. L’azienda prevede di aprire oltre 2.000 punti vendita in tutta Europa entro la fine del 2026. Come da programma: aveva annunciato a dicembre 2023 che avrebbe costruito una base produttiva per veicoli a energia rinnovabile (NEV) a Szeged, in Ungheria, la prima in Europa. Utile per scavalcare i dazi UE: fa auto By China in UE che non pagano le tasse anti BEV Made in China.

Nel mentre, i burocrati di Bruxelles osservano attoniti. Chissà, una soluzione potrebbe essere una nuova normativa che preveda dazi anti China, sia Made sia By: qualsiasi macchina cinese tassata. L’azienda aveva firmato un accordo di pre-acquisto di terreni con il governo di Szeged il 30 gennaio 2024, affermando che l’impianto sarebbe stato completato e operativo entro tre anni, producendo principalmente veicoli per le vendite in Europa.

Colonnine cinesi mentre l’Europa dorme

Siccome le stazioni di ricarica sono poche e lente in Europa (stanca, anziana e lenta), allora potrebbe essere prezioso l’intervento della Cina: veloce, iper attiva, propositiva, con mentalità giovane e moderna. Le BEV in sé non c’entrano col flop elettrico. È che mancano le condizioni, ossia le ricariche. Certo, poi c’è il disastro dell’elettricità cara come il fuoco nei Paesi UE, che non comprano più il gas a basso costo e di elevata qualità dalla Russia. A quel punto, è anche possibile qualche forma di promozione da parte dei cinesi per favorire il boom dell’elettrico.