I vandali delle colonnine di ricarica in Italia si evolvono: ora sparano la schiuma nei connettori. Questi idioti si sommano ai ladri di rame che tagliano i cavi per vendere al mercato nero l’oro rosso. Premesso che chi scrive reputa come il numero basso di stazioni e il prezzo degli elettroni impediscano lo sviluppo dell’auto elettrica nel nostro Paese, comunque i crimini vanno puniti. È inammissibile che così tanti delinquenti la facciano franca quando c’è di mezzo una vettura: dal furto del rame dei punti di ricarica ai danni delle torrette, fino ai cannibali delle macchine che rubano pezzi di vetture e scooter, passando chi fa sparire i veicoli.
Manca un meccanismo di premio e punizione
La schiuma nelle colonnine è iconica: da noi manca un meccanismo di premio e punizione. Il primo da dare ai cittadini modelli, la seconda da rifilare a chi soffre di disordini mentali. Un simbolo di ignoranza e del declino della società attuale, a evidenziare l’arretratezza culturale: si intravvede un aumento del disagio sociale.
Qualcuno deve prendere in mano la situazione
Per carità, l’auspicio è che nessuno intervenga solo con le telecamere. I furti di auto e i vandalismi notturni non possono essere combattuti con gli occhi elettronici, che vengono accecati dai criminali, i quali comunque agiscono a volto coperto e con targhe dei veicoli nascoste. Sono immagini sporche di notte che non servono assolutamente a nulla. L’unica soluzione è un controllo h 24 da parte di persone in carne e ossa, pronte a intervenire. Oppure le colonnine dovrebbero essere dotate di uno sportello metallico anti-vandalismo. Utile installare piccoli compressori interni che, all’attivazione della colonnina o a intervalli regolari, emettono un getto d’aria ad alta pressione per espellere eventuali residui o polveri.
Sì, servono quattrini per fare prevenzione
Chi gestisce il tutto deve piazzare somme importanti per fare prevenzione. Si possono studiare rivestimenti interni in materiali super-idrofobici e anti-aderenti che impediscano alla schiuma di fare presa. Sarebbe prezioso inserire nella torretta sensori capaci di rilevare istantaneamente i composti organici volatili tipici delle bombolette spray e delle schiume. In caso di rilevazione, la colonnina può far scattare un allarme sonoro ad alta frequenza (fastidioso per l’orecchio umano) o inviare un alert immediato a una centrale operativa.
Per contrastare il furto dei cavi, si può utilizzare il DNA sintetico: una sostanza invisibile applicata al rame che contiene un codice univoco. Il rame è tracciabile anche se fuso o tagliato, rendendo impossibile la rivendita ai centri di raccolta legali, che rischierebbero l’incriminazione per ricettazione. In zone ad alto rischio, l’infrastruttura può essere installata nel sottosuolo. La torretta emerge dal marciapiede solo quando prenotata dall’utente. Quando non in uso, la stazione di ricarica è fisicamente protetta da una botola in acciaio a livello stradale, rendendo impossibile ogni atto vandalico.

Dalla nebbia ai bonus
Se i sensori rilevano un tentativo di manomissione o l’uso di spray, la colonnina emette istantaneamente una fitta nebbia atossica che toglie visibilità al vandalo in un raggio di 3 metri, costringendolo alla fuga.
In alternativa, occorre postare le colonnine dai marciapiedi isolati a hub di ricarica simili a stazioni di servizio, protetti da sbarre di accesso e da personale di vigilanza.
Ottimale creare un sistema di premi (sconti sui kWh) per le sentinelle. Se un utente segnala un malfunzionamento o un atto vandalico in tempo reale, riceve un bonus.
