Dopo il flop auto elettrica, che Bruxelles non ammette, l’Unione Europea chiede aiuto ai suoi cittadini con una consultazione pubblica online. L’utente va dentro il sito, legge il quesito e risponde. Noi ci abbiamo messo dentro il naso, facendo dare un’occhiata anche a esperti e a persone di ogni livello di scolarizzazione e cultura, nonché addetti automotive. Risultato: a loro dire, i quesiti sono spesso oscuri, con periodi giganteschi pieni di frasi e incise, complicati. Tutto scritto molto male con linguaggio da burocrate. Domande lunghissime con frasi non raccordate, riferimenti a regole e cavilli sulla CO2. Talvolta, i quiz sono – involontariamente – tendenziosi. Per alcune domande, il voto più alto è 5 (in una scala da 1 a 5); mentre altre il voto più alto è 1: che caos.
Confusione
Chi risponde? Si invitano cittadini e organizzazioni a partecipare alla consultazione. Si invitano in particolare le amministrazioni nazionali, l’industria automobilistica, l’industria dei carburanti e dell’energia, le organizzazioni non governative ambientaliste, le organizzazioni dei consumatori e degli utilizzatori di veicoli, le parti sociali, nonché le istituzioni accademiche e di ricerca. Target della consultazione: garantire che tutti i portatori di interessi possano fornire il loro punto di vista e contributo in merito alla revisione dei livelli di emissioni di CO2 per i veicoli leggeri. Premessa: una parte è “incentrata su domande prospettiche pertinenti per la valutazione d’impatto delle possibili opzioni strategiche a sostegno del riesame del regolamento sui livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 per i nuovi veicoli leggeri”. Eh?
Involontariamente tendenziosa la 5
“In che misura le esigenze/i problemi affrontati dal regolamento (riduzioni delle emissioni di CO2 efficaci sotto il profilo dei costi nel settore del trasporto su strada per sostenere gli obiettivi climatici dell’UE) continuano a richiedere un’azione a livello di UE?”. A nostro avviso, un quiz involontariamente tendenzioso.
Se rispondi tanto, pare che tu dica: UE necessaria. Se rispondi poco o zero, pare che tu dica: l’UE ha agito così bene che non serve nessun intervento.
Per capirci, se rispondi con un punteggio alto, si avalla implicitamente la necessità di un’azione UE. Se assegni un punteggio basso, questo sembra il riconoscimento dell’ottimo operato UE.
Di base, la premessa di ogni quesito è una: va mantenuto il divieto dei motori termici del 2035 (con le multe per la CO2).
La numero 8 e la numero 12 sono simpatiche nel loro complesso
Numero 8. “Il valore aggiunto dell’UE valuta se i risultati dell’attuazione del regolamento avrebbero potuto essere conseguiti senza l’intervento dell’UE, ossia attraverso azioni da parte degli Stati membri. In base al principio di sussidiarietà (articolo 5 del trattato sull’Unione Europea) e nei settori di competenza non esclusiva, l’UE dovrebbe agire solo quando gli obiettivi possono essere conseguiti meglio dall’azione dell’Unione piuttosto che da quella degli Stati membri. A suo parere, qual è il valore aggiunto di uno strumento a livello di UE volto a ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture e dei furgoni nuovi?”.
Numero 12. “A suo parere, quali misure supplementari dovrebbero essere adottate per garantire una transizione giusta e accettabile da un punto di vista sociale verso una mobilità a zero emissioni, tenendo conto della necessaria trasformazione industriale lungo l’intera catena del valore del settore automobilistico, in particolare nelle regioni che dipendono in modo particolare [sic] dai posti di lavoro nel settore automobilistico, nonché della necessità di soluzioni e infrastrutture di mobilità a zero emissioni accessibili e a prezzi abbordabili?”.
Solo per la cronaca, abbiamo eliminato alcuni refusi qua e là (non tutti), prima di digitare il testo.

Il nostro modesto contributo: un referendum facile e diretto
Basterebbe una domandina. “Sei d’accordo col bando dell’auto a benzina e diesel nel 2035?”. Sì. No. Se vince il sì con maggioranza dei votanti, il ban termico viene eliminato. Così, si bloccano i licenziamenti e la chiusura delle fabbriche dei Gruppi auto e dell’indotto, e torna di moda una parola meravigliosa: libertà. Di comprare quello che si vuole.
Il caso Tesla in Europa: il mito che una non cinese può vincere
Una chiosa su Tesla. Nei primi sei mesi 2025, le vendite di auto elettriche in Europa raggiungono il 15,6% di market share (pochissimo) e 869.271 unità vendute e una crescita del 22% legata a bonus statali, mega sconti delle Case anti multe UE, ascesa dei cinesi. La Casa di Musk segna un terzo delle vendite in meno: in crisi, non capitalizza il mercato BEV in crescita, che è una manna dal cielo solo per il Celeste Impero.