Contratto di solidarietà anche a Mirafiori: il tris di Stellantis

Pure a Mirafiori contratto di solidarietà dall’1 settembre 2025 al 31 gennaio 2026.
Contratto di solidarietà anche a Mirafiori: il tris di Stellantis Contratto di solidarietà anche a Mirafiori: il tris di Stellantis

Non passa giorno che i sindacati non firmino un contratto di solidarietà con Stellantis: dopo Termoli e Pomigliano, tocca a Mirafiori. Ci sarebbe anche Melfi, per certi versi. A Torino dall’1 settembre 2025 al 31 gennaio 2026, sperando nella Fiat 500 ibrida dall’autunno 2025. Interessati i lavoratori delle Carrozzerie, delle Presse, della Costruzione Stampi e dell’ex PCMA. Se le cose vanno male, si sta a casa in cassa integrazione; se le cose vanno bene, si lavora. Una ricetta elastica, allungabile. Dopodiché, serve un piano pluriennale di rilancio col CEO Filosa, auspicato dalle sigle. Qualche strategia di lungo termine della precedente gestione ha funzionato poco e male.

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Solidarietà Stellantis a Mirafiori: quale speranza

Le segreterie nazionali dei sindacati metalmeccanici lanciano un appello: serve un tavolo di discussione, un intervento politico tempestivo e un rilancio delle relazioni industriali. Gli strumenti di sostegno a Mirafiori sono per quasi 3.000 lavoratori: 2.220 addetti alle Carrozzerie, 300 delle Presse, 100 della Costruzione stampi e 334 dell’ex Pcma di San Benigno Canavese. Lo stabilimento torinese ha chiuso il primo semestre con un calo del 21,5% nella produzione, tra Maserati e 500 elettrica. C’è spasmodica attesa per la 500 ibrida. Mentre, la 500 BEV difficilmente farà breccia.

Scommessa auto termica

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Senza fare voli pindarici, con auto elettriche vendute in vista del ban termico 2035, la speranza è che l’UE ci ripensi, elimini il Green Deal BEV e consenta di produrre vetture termiche a benzina e diesel e ibride pulite. Viceversa, con la fisima delle lobby green sulle macchine a pila, si prosegue la corsa del treno europeo sino a schiantarsi contro il muro. Ossia fabbriche chiuse e disoccupazione.

Contratto di solidarietà anche a Mirafiori: il tris di Stellantis
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Intercettare la domanda

Gli italiani e gli europei chiedono auto comode e pratiche termiche: se non ci fosse la crociata dei blocchi del traffico anti diesel, le macchine a gasolio volerebbero. Basti pensare a Peugeot che di recente ha lanciato ancora un modello a gasolio. Per non dire delle flotte che desiderano solo mezzi diesel. L’elettrico è carissimo e diviene un incubo per il 99% delle persone alle prese con poche colonnine, quasi tutte lente. La situazione muta per chi può permettersi sia una Tesla (dotata di ecosistema Supercharger) sia una wallbox cui fare il pieno notturno. E comunque, non si devono mai avere né urgenze di partire al volo né stress da autonomia. Differente il contesto in Cina dove l’elettricità costa poco e ci sono stazioni elettriche ovunque: lì la BEV è ottimale sotto ogni punto di vista.

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