Dopo le lacrime di Termoli, il pianto di Pomigliano d’Arco: Stellantis, a Pomigliano pre-accordo solidarietà per 3.750 lavoratori. Polemiche fortissime che lasciano presagire un autunno bollente. È stato firmato oggi, nello stabilimento napoletano, un patto preliminare tra azienda e sindacati (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf) per la proroga per un anno dei contratti di solidarietà che partirà l’8 settembre 2025. Col conto a carico dello Stato che lievita, nel mentre si fatica a far quadrare i conti a livello nazionale fra mega debito, sistema pensionistico non molto stabile, welfare pieno di incognite.
Stellantis, pre-accordo a Pomigliano: perché e cosa dice
Il problema è che non si vendono le auto. La transizione elettrica Green Deal UE è un disastro: non un’opinione, ma un fatto. Sul futuro, solo incertezza. Il pre-accordo prevede una riduzione media dell’orario di lavoro fino al 75% come media del personale interessato, propedeutico alla formalizzazione dell’accordo definitivo. I sindacati hanno ottenuto la sottoscrizione di un verbale congiunto con la direzione aziendale per richiedere un incontro con la Regione Campania ed ottenere un sostegno al reddito.
Fra difesa temporanea e provvedimento strutturale
Per Aniello Guarino, segretario provinciale della Fim, la solidarietà non può e non deve diventare una soluzione strutturale. È uno strumento di difesa, non di gestione ordinaria. Indispensabile accompagnare questa misura con un piano industriale chiaro, vincolante e verificabile, “che preveda investimenti tangibili, tempi certi e obiettivi produttivi coerenti con il rilancio dello stabilimento”.
L’appello al CEO Filosa
Per le sigle, un piano concreto deve essere la priorità del nuovo amministratore delegato Filosa. “Non accetteremo che la solidarietà si trasformi in alibi per ritardare decisioni strategiche o per scaricare sulle spalle dei lavoratori l’incertezza del futuro”. I sindacati vogliono garanzie occupazionali concrete, prospettive di crescita reale e un impegno formale da parte dell’azienda a valorizzare le professionalità presenti, evitando logiche di ridimensionamento o precarizzazione.

Alfa Romeo Tonale e Fiat Panda preoccupano
La situazione resta complessa. L’Alfa Romeo Tonale balbetta sul mercato, mentre anche la nuova Panda e la versione speciale Pandina mostrano segnali di rallentamento, con il rischio di chiusura dello stabilimento già dal prossimo settembre nei giorni di venerdì e lunedì, lancia l’allarme il sindacato. Viene chiesto un tavolo di crisi tra governo, azienda e sindacati che porti a impegni vincolanti.
Guaio non da poco
Il bando termico 2035 è un regalo alla Cina, che porta devastazione all’Europa e fabbriche tradizionalmente di auto a benzina. La Campania ora trema, ma tutti gli altri siti Stellantis non se la passano benissimo. La speranza – per salvare l’automotive UE – è che Bruxelles cancelli immediatamente il Green Deal auto elettrica voluto dalla sinistra tedesca e dalle lobby verdi. Obiettivo della retromarcia, tutelare le persone e la stabilità sociale.