Mistero Gigafactory Stellantis Termoli: preoccupazione fra i sindacati per l’anno di solidarietà

Ancora un anno di contratti di solidarietà nello stabilimento Stellantis di Termoli: mistero Gigafactory, preoccupazione fra i sindacati.
Mistero Gigafactory Stellantis Termoli Mistero Gigafactory Stellantis Termoli

Era il 2022 quando il CEO Stellantis di allora puntò forte sulla Gigafactory di Termoli, in quel di Campobasso: la fabbrica di batterie era la risposta ai cinesi, padroni assoluti degli accumulatori per BEV. Poi, il flop elettrico UE e si arriva ai tempi attuali, quando scatta ancora un anno di contratti di solidarietà nello stabilimento molisano dove si fanno motori a benzina. Che sono poco richiesti, perché c’è un crollo della domanda. A fine 2026, in arrivo i cambi delle ibride, seppure non sufficienti secondo i sindacati a riavere ossigeno. Le sigle esprimono enorme preoccupazione. Permane il mistero sul futuro della possibile eventuale Gigafactory.

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Mistero Gigafactory Stellantis Termoli

Mistero Gigafactory Stellantis Termoli: due miliardi di euro che fanno gola

Peccato perché il governo Meloni aveva piazzato un gettone succulento di due miliardi di euro PNRR, soldi europei, sulla Gigafactory Stellantis Termoli. Nel 2024, la legittima retromarcia del ministero delle Imprese, perché c’erano e ci sono troppe incognite. Il fatto che è in Italia le elettriche non le vuole nessuno, mentre in Europa sono un bluff, col doping di incentivi e multe alle Case costrette alle km zero. Non è dato sapere a cosa serva una fabbrica di accumulatori qui da noi, dove l’energia ha un costo mostruoso derivante dal fatto che l’UE non compra più gas di alta qualità a basso prezzo dalla Russia. Si trattava di una mare di quattrini preziosissimi per il rilancio del Gruppo e della zona, però sono comprensibili i timori di tuffarsi in un’avventura pericolosa. Vedi la brutta fine di Northvolt.

Solidarietà: le date

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Dal 1° settembre 2025 al 31 agosto 2026, in seguito a un anno di solidarietà, ancora 12 mesi. Sperando che il cataclisma si stoppi a livello automotive. Così, 1.823 dipendenti del sito molisano restano in un limbo, senza essere licenziati ma senza prospettive certe. I sindacati chiedono due incontri urgenti. Uno con l’esecutivo e uno con il CEO Antonio Filosa. Non si sa a cosa possano mai servire queste tavole rotonde, se non per certificare il fallimento totale dell’auto elettrica europea che sta distruggendo il tessuto industriale diretto e quello dell’indotto.

Che agonia

Perentorio Francesco Guida (Uilm Molise): la solidarietà porta verso una lenta agonia del sito produttivo: “Il mercato internazionale dell’auto resta debole, con ripercussioni sulle vendite, mentre la transizione ecologica non governata impatta direttamente sul sito molisano. Le produzioni attuali di motori GSE, GME e V6 non bastano a garantire continuità occupazionale, e il nuovo cambio eDCT arriverà solo alla fine del 2026”. 

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