Gira voce che l’UE punti sulle E-Car (allegre automobiline elettriche Made in Europe tipo kei car nipponiche), da lanciare con formule di possesso come leasing e noleggio a lungo termine. Proprietà da escludere, perché sono macchinine troppo care, per gli investimenti delle case nel powertrain a pila e per la batteria. Tuttavia, leasing e noleggio a lungo termine sono formule perfette per le flotte aziendali coi fleet manager che hanno le competenze in materia. Utilizzare questa ricetta per privati con reddito basso potrebbe avere conseguenze sgradevoli.
Esercito di rottami E-Car a fine noleggio in Europa: che rischio
- Dopo tre anni di leasing, nessuno riscatta l’automobilina elettrica. Se non aveva i soldi per comprarla nel 2025, figuriamoci nel 2028 con l’inflazione alle stelle e con le entrate mangiate sia dal canone mensile di 36 mesi sia dal prezzo tremendo degli elettroni. Mezzo dato indietro alla Casa.
- Oppure dopo tre anni di noleggio, l’auto viene restituita alla Casa. Proprietaria del mezzo. O chissà allo Stato, proprietario del mezzo dopo averlo comprato dalla Casa.
In quei 36 mesi, l’utente ha spremuto come un limone una vettura non di sua proprietà. Magari non di proposito. Ma inconsciamente, sapendo che la macchina non è sua e mai lo sarà, potrebbe non utilizzarla proprio come un buon padre di famiglia. Con conseguenze pesantissime sotto il profilo della meccanica. Da valutare le condizioni della batteria a fine contratto: tre anni di cariche continue. In che stato sarà l’accumulatore è impossibile a dirsi.

Quanto varrà il rottame nel 2028
Oggi, una bella elettrica iper tecnologica da 50.000 euro subisce una svalutazione fortissima, dovuta alla precoce obsolescenza tecnologica. La Cina inventa batterie fenomenali, proponendole sul mercato a getto continuo. E le vecchie diventano nonnine inguardabili. Come passare dal telefonino di 20 anni fa allo smartphone del 2028. Il ragionamento è da fare pure per le automobiline elettriche: nessuno fra tre anni, dopo che i mezzi hanno subìto una sana spremitura, si filerà quei veicoli. È una colossale perdita di valore di un parco di macchinine E-Car. Un gigantesco cimitero di vetturine da buttare.
Chiedete alle società di noleggio e leasing, con le mani nei capelli perché devono disfarsi per due euro di un mare di BEV pagate svenandosi tre anni prima.
Povero ambiente
Pesantissime le conseguenze sotto il profilo ambientale: lo smaltimento degli accumulatori è drammatico per la Terra. Siamo allo stesso livello dell’estrazione dei minerali a cielo aperto in Africa, con ripercussioni inimmaginabili per il pianeta. Dopodiché, è vero, allo scarico non emettono CO2: sai che notiziona per fiumi, mari, laghi, aria, che si sono sorbiti le porcherie volanti delle batterie e degli elementi chimici. Paradossalmente, l’elettrico diviene sempre più un problema, comunque lo si guardi: che si tratti di macchinina a piletta o super BEV da 50.000 euro, sono dolori veri. Questa la verità. Chiaro poi che le lobby green abbiano interessi immensi a parlare solo di emissioni di CO2 allo scarico: per motivi inconfessabili, amano vincere facile il confronto con PHEV, full hybrid, benzina e diesel moderni e tecnologicamente evoluti.