Ferrari: nel primo trimestre consegne cresciute del 10%

Un inizio d’anno in crescita a doppia cifra per la Ferrari. La casa di Maranello ha chiuso il primo trimestre con un utile netto adjusted di 297 milioni di euro, in crescita del 24% rispetto allo stesso periodo del 2022. Le consegne totali sono 3.567, in crescita del 9,7%, i ricavi netti ammontano a 1,4 miliardi (+20,5%). L’Ebitda rettificato è stato di 537 milioni, in crescita del 27% con un margine del 37,6%.

Un inizio d’anno in crescita a doppia cifra per la Ferrari

Ferrari conferma la guidance 2023, con ricavi netti attesi a 5,7 miliardi, ebitda margin adjusted al 38%, ebit margin adjusted al 6%. La conferma della guidance – spiega la casa di Maranello – è legata ad alcune novità, tra cui un adeguamento al rialzo dei listini per controbilanciare l’inflazione dei costi: un mix molto positivo supportato da un ricco portafoglio prodotti, Ferrari Daytona SP3 e one-off, aumento delle ammortamenti legati all’avvio della produzione di nuovi modelli, limitato miglioramento dei ricavi da attività di corse e lifestyle, generazione di free cash flow industriale supportata da una forte redditività, parzialmente compensata da spese in conto capitale disciplinate per sostenere lo sviluppo a lungo termine e un capitale circolante negativo.

La gamma di prodotti per il trimestre comprendeva nove modelli con motore a combustione interna e quattro modelli con motore ibrido, che rappresentavano rispettivamente il 65% e il 35% delle consegne totali. L’incremento delle consegne nel trimestre è stato trainato dalla Portofino M, dalla 296 Gtb e dalla 812 Competizione. Nel trimestre sono iniziate le prime consegne della 296 Gts e della 812 Competizione A, mentre la F8 Tributo è arrivata a fine ciclo di vita.

Le consegne della Daytona SP3 sono aumentate nei tre mesi. Le consegne nel trimestre hanno rispecchiato il ritmo delle introduzioni di nuovi modelli in tutte le regioni. Di conseguenza, l’area EMEA è scesa del 12%, le Americhe sono aumentate del 46,2%, la Cina continentale, Hong Kong e Taiwan sono aumentate del 38,9% e il resto dell’APAC è aumentato del 19,5%.

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