In Italia è paralisi nel mercato delle auto BEV (solo a batteria) e PHEV (ibride plug-in), ma è tutto il futuro dell’auto elettrica da noi che preoccupa: mancano incentivi e colonnine. Andrea Cardinali, direttore generale Unrae (Case estere), ribadisce l’urgenza della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Sono passati quattro mesi dalla presentazione, e sei mesi dal primo annuncio. Son stati fatti tre passaggi alla Corte dei conti. Al 22 maggio, zero decreto e quindi zero attivazione della piattaforma Invitalia per la prenotazione dei bonus. E comunque, il tetto di prezzo per le auto 0-20 g/km andrebbe eliminato o quantomeno equiparato a quello della fascia 21-60 g/km: il limite è basso, dice l’Unione. Sono esclusi dagli incentivi gran parte dei modelli disponibili sul mercato, tra i quali la maggioranza di quelli che possono usufruire di ricarica super-veloce. Inoltre, vengono penalizzate le aziende, che acquistano specie vetture di segmento superiore. Mancherebbe poi l’intervento del governo Meloni sul regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, fermo agli anni 1990: penalizza le imprese italiane nel confronto con le concorrenti europee.
Colonnine di ricarica: Italia lumaca d’Europa
Attenzione: esiste il Regolamento Afir (Alternative Fuels Infrastructure Regulation) dell’Unione europea entrato in vigore il 13 aprile 2024. Fissa la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi. Cronoprogramma dal 2025 al 2035: stabilisce gli obiettivi di capillarità e potenza per l’infrastruttura di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno per i veicoli leggeri e pesanti, lungo le reti autostradali e le altre strade di interesse nazionale dell’Unione europea. Siamo indietro, anche perché “il 60% delle infrastrutture di ricarica pubblica è concentrato al Nord”, dice Cardinali.
![auto elettrica ricarica](https://www.motorisumotori.it/wp-content/uploads/2024/05/Enel-ricarica-autostrada-008.jpg)
Quadro Strategico Nazionale, dove sei?
L’Italia non ha il Quadro Strategico Nazionale. Non ha neppure gli elementi necessari richiesti dalla norma. Non c’è una valutazione dello stato attuale e degli sviluppi del mercato dei veicoli a combustibili alternativi e della relativa infrastruttura. Zero target nazionali obbligatori per l’infrastruttura di ricarica elettrica o di rifornimento per i veicoli a idrogeno e metano liquefatto. Mancano le misure necessarie per il conseguimento degli obiettivi, per assicurare una sufficiente diffusione di punti di ricarica.
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